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«Due realtà impossibili da paragonare»

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Ciriachi,64 anni, letterato e poeta, è autore di «L'eroe del giorno», collana Godot Gaffi editore, storia di un gruppo di adolescenti nella Roma della fine degli anni Cinquanta. Una «autobiografia territoriale», definisce il romanzo Ciriachi, che ha ideato la storia «dopo essere mancato dalla Capitale per quindici anni, dal 1972 al 1987. Quando sono tornato faticavo a prendere contatto con la città. Eppure non ero stato tanto lontano: in Toscana. Ho ritrovato un punto d'incontro attraverso i luoghi, il quartiere Africano, dove avevo vissuto la mia infanzia. Così è nata l'idea del romanzo: ho voluto raccontare questa meravigliosa periferia, con una strana conformazione sociale, dove nascevano le amicizie di quartiere». Il protagonista del libro si sposta, ad un certo punto, da viale Somalia a Testaccio. «Allora era un viaggio - spiega Ciriachi - per il quale serviva una sorta di passaporto interiore. Ma già andare al liceo Tasso a piazza Fiume, da piazza Vescovio, era uno spostamento non da poco». Contemporaneamente esisteva la città di «Vacanze romane», ma Ciriachi non ne ha memoria. «È un rapporto che ho mutuato in seguito, attraverso il cinema. Ma allora, negli anni Cinquanta, con la famiglia non si andava mai verso il centro. Al contrario, si andava a fare le scampagnate. Sono due città vere entrambi, ma sono così distanti che non riesco a paragonarle». A. A.

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