"Michael vivo". Neppure Jackson è riuscito a morire in pace

I primi dubbi li manifestò Eros Ramazzotti, che in un'intervista al nostro quotidiano disse: «Ma siamo proprio sicuri che Michael Jackson sia morto?». Il giorno dopo, l'articolo de "Il Tempo" finì su tutti i blog dei fans del re del pop, che non si rassegnavano alla scomparsa. Gli idoli della cultura pop non possono morire per davvero: sono costretti a vivere nell'immaginario di più generazioni, plastificati e - anche se resi incorporei dal mito - in qualche misura condannati all'eterna giovinezza. Trentatre anni dopo, gli avvistamenti di Elvis sono milioni: all'indomani del funerale, si disse che in quella bara era stato chiuso il fratello gemello Jesse (deceduto alla nascita), mentre the Pelvis si sottraeva alle minacce della criminalità di Memphis. E Jim Morrison è davvero rinchiuso nella tomba al Pere Lachaise o anche lui era sparito volutamente dal mondo e dalle sette sataniche californiane? Il tastierista dei Doors Ray Manzarek ha sostenuto di recente di aver incontrato il suo ex cantante alle Seychelles, vivo, vegeto e affrancato dalle pressioni dello show business. Quanto a Paul McCartney, non si è mai placata la speculazione dietrologica sul presunto incidente d'auto del 1966 (citato apparentemente anche nel capolavoro beatlesiano "A Day in the life"). I mille "indizi" di una morte tragica sarebbero poi stati disseminati nella discografia dei Fab Four, tra canzoni e copertine, mentre il bassista sarebbe stato sostituito da un sosia, il poliziotto canadese William Campbell. Su internet rimbalzano continuamente video "attuali" su Lennon, Hendrix e tutto il pantheon dei defunti del rock. Ora è il turno di Jacko. Il giorno stesso del suo funerale un signore dal volto ustionato (il padre aveva tentato di dargli fuoco da bambino) andò a piangerlo in tv al "Larry King Live". Si trattava di David Rothenberg, in arte Dave Dave, grande amico di Michael e da quest'ultimo protetto da anni al ranch Neverland. Gli spettatori notarono che la voce di Dave era identica a quella della popstar, e anche gli occhi avevano cambiato colore. Ecco dunque subito la leggenda pret-a-porter: un po' di trucco, l'indole a scomparire, i guadagni stratosferici senza sfinirsi in una tournée, e la possibilità di non confrontarsi più con il proprio passato glorioso. I contraddittori dettagli sulla sua fine alimentano misteri e speranze. Jackson è vivo? Sì, no, forse. L'industria degli immortali gira sempre a pieno regime.