Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Bondi: amo il cinema che non dileggia l'Italia

Sandro Bondi

  • a
  • a
  • a

A poche ore dalla presentazione alla stampa internazionale del film «Draquila L'Italia che trema» di Sabina Guzzanti, non si placa la querelle tra parte del cinema italiano e il ministro per i Beni e le Attività culturali Sandro Bondi. Tanto che ieri i Cento Autori hanno chiesto le sue dimissioni in una lettera di solidarietà a Sabina Guzzanti, il cui film è stato motivo del forfait dato dal ministro al festival di Cannes. Ministro Bondi, a causa di un film, viene però penalizzata con la sua assenza tanto cinema italiano che vorrebbe da lei apprezzamenti e rassicurazioni.. «Esiste un cinema italiano di qualità, che ha saputo e sa esprimere con talento le criticità, le contraddizioni, i sentimenti del nostro Paese. Un cinema anche di denuncia, che sa far emergere con lucidità dolorosa i drammi italiani, riuscendo a renderli universali con un linguaggio ricco e profondo, capace di diventare un punto di riferimento imprescindibile per il cinema di tutto il mondo, come è avvenuto nel passato. Un cinema fatto di registi, attori, operatori, maestranze tecniche che con il rigore e la passione che dedicano al proprio lavoro contribuiscono a mantenere alto il nome dell'Italia nel mondo». Che pensa del film «Draquila»? «"Draquila. L'Italia che trema" è invece un prodotto di propaganda, come rivela anche la sinossi che lo accompagna nel catalogo del Festival di Cannes, che strumentalizza e trasforma le sofferenze dei cittadini dell'Aquila in uno strumento di lotta politica, denigrando il lavoro delle istituzioni e delle persone che si sono adoperate e si adoperano per affrontare le conseguenze di una catastrofe, offrendo al mondo il volto di un'Italia di cui essere orgogliosi». Cosa risponde ai Cento Autori? «Liberi i Cento Autori di chiedere le mie dimissioni, libero anch'io - credo - di non andare a Cannes per rendere omaggio a una pellicola che ha la sola qualità artistica di dileggiare l'Italia e gli italiani.. Ma nessuno dovrebbe essere libero, neppure i sacerdoti del cinema italiano di dichiarare deliberatamente il falso. Come affermare che il ministro stesso avrebbe minacciato che alla prossima edizione della Mostra di Venezia non saranno invitati film francesi: la dice lunga sull'onestà intellettuale di certi uomini di cultura..»

Dai blog