Vola il Salone del libro
Elido Fazi, classe 1952, nato ad Acquasanta Terme, bel paese delle Marche, è un esperto di economia, un giornalista, uno scrittore, ma soprattutto un editore, uno di quelli che il libro ce l'ha nel cuore, fondatore e amministratore unico di Fazi editore. Non nasce industriale del libro e non è figlio d'arte: ai libri si è dedicato per scelta e con molto successo, visto che, dopo 15 anni di editoria, è diventato uno dei big. Ha fatto diventare l'editoria importante per Roma (lui e alcuni altri) e giura che la Città Eterna è il posto ideale per dedicarsi ai libri. Fazi sarà al Salone del Libro con la forza dei suoi importanti autori: Stephenie Meyer, quella di Twilight, che l'11 giugno pubblicherà il suo nuovo romanzo «La breve seconda vita di Bree Tanner», poi Kelley Armstrong con una saga di licantropi e tanti altri, tra i quali spicca la rimpianta Cesarina Vighy, recentemente scomparsa. Elido Fazi, quale sarà la caratteristica di questo Salone del Libro? «Alle fiere succedono un sacco di cose e non succede niente, per noi editori è un grande sforzo, per occuparsi dei trasporti, con molti incontri e si spera poi che le relazioni servano a qualcosa. Di veramente positivo c'è la grande presenza delle persone, che vengono, soprattutto, per incontrare gli autori». Cosa è cambiato, ultimamente, nell'editoria? «Alcune cose: la posizione dei marchi, specialmente. Ora tra i primi dieci ci siamo io e Marsilio... La mia casa editrice non è più piccola. È media, o grande? Non so, ma sono cambiate le posizioni. L'editoria bisogna vederla come tendenza: un po' di anni fa io, rispetto a Einaudi, ad esempio, ero una parte infinitesimale. Poi sono diventato la trecentesima parte, la centocinquantesima... oggi sono la metà, forse. Einaudi è sempre più grande, ma il paragone è possibile». Roma ha acquistato importanza? «Roma ha mostrato una vitalità che le altre città si sognano. Certo per quello che riguarda il mercato Milano è meglio: si trovano più figure professionali legate all'editoria, fare magazzino, logistica: tutto è più facile, ma Roma è la città ideale per fare l'editore, la parte bella del mestiere, come trovare gli scrittori. Non servono mica le ciminiere, le fabbriche, la Pianura Padana. L'editore lo puoi fare in un appartamento e per questo Roma è l'ideale, è perfetta». Ma il bacino professionale si sta formando? «Sì, ora lavorare a Roma è un po' difficile, rispetto a Milano, non c'è la tradizione, ma il bacino professionale si sta formando». Un libro che le sta a cuore? «"Scendo. Buon proseguimento", di Cesarina Vighy, che è morta il giorno dopo l'uscita del libro. Con lei ho avuto una stupenda conoscenza letteraria. Una donna spiritosa, dotata di una incredibile carica di umorismo che ha avuto fino all'ultimo. Il suo è un libro bellissimo che riesce a parlare della morte in modo divertente». Lei preferisce i vampiri o i licantropi? «I vampiri di Stephenie Meyer sono eccezionali, perché si prestano a vari livelli di lettura. Ma preferisco i licantropi-donna di Kelley Armstrong, un suo romanzo arriverà a giugno».