Mezzogiorno: stop alla nudità delle dive
Si accendo i riflettori sulla Montees des Marches per l'apertura del 63esimo festival di Cannes. Nonostante la Croisette sia flagellata da un maltempo eccezionale e la nube vulcanica rischi di ritardare l'arrivo delle star da Londra, i francesi non rinunciano a glamour, bella gente, ricca, botulinata e abbronzata. Stasera, Ridley Scott e Russell Crowe festeggeranno i dieci anni del «Gladiatore» e apriranno la rassegna con «Robin Hood»: anche se non ci sarà il regista (a letto per un problema al ginocchio appena operato), Crowe guiderà la pattuglia formata da Cate Blanchett, Mark Strong, Oscar Isaac e Max von Sydow. A salire la Montees des Marches anche la giuria presieduta da Tim Burton, con i nostri Giovanna Mezzogiorno e Alberto Barbera (direttore del Museo del Cinema di Torino), Benicio del Toro, Kate Beckinsale, i registi Shekar Kapur e Victor Erice, lo scrittore Emmanuel Carrere e il musicista Alexandre Desplat. Tutti seguiti in diretta su Sky Uno alle 18,45 e accolti dal presidente del festival Gilles Jacob, dal direttore Thierry Freamux, dal ministro della cultura Frederic Mitterand e dalla madrina Krystin Scott Thomas. Dopo le due ore e venti di «Robin Hood», cena e party stile foresta di Sherwood sulla spiaggia del Carlton (pioggia permettendo). Intanto, Giovanna Mezzogiorno ha già esternato, prima ancora di arrivare sulla Croisette, su Sette in edicola domani. Dopo aver esordito affermando che gli Italiani votano Berlusconi «perché incarna gli istinti peggiori del nostro popolo», l'attrice ha puntato il dito contro l'esagerata nudità mediatica delle donne, che «non sono vittime. Ci sono star che hanno raggiunto il gotha del cinema mondiale e continuano a fare mossette sul tappeto rosso per mostrare le chiappe. Sono imbarazzanti». Dalla Mezzogiorno arriva anche qualche commento positivo su Ermanno Olmi, «regista ricercatore eccezionale», su Margherita Buy («ti porta dentro le storie come poche altre»), Elio Germano, magnifico protagonista del film (in concorso a Cannes) «La nostra vita» di Daniele Luchetti. L'attrice, che sarà al cinema (il 28 maggio) in «Sono viva» e potrebbe presto interpretare Oriana Fallaci nell'esordio televisivo della Fandango, ha infine detto che i finanziamenti ministeriali al cinema «vanno dati solo alle opere prime. Basta coi bacucchi al centesimo film finanziato dal governo». Domani sarà di scena «Draquila - L'Italia che trema» di Sabina Guzzanti che - secondo il catalogo del festival francese - può «spiegare come la giovane democrazia italiana sia stata assoggettata».