Danza latina, una mania rilanciata dalla televisione
L'immarcescibileMilly Carlucci (a proposito, svaria pure sul classico, lei che da bambina ha indossato scarpette rosa, perché sarà la madrina del Premio Roma 2010 della nostra Accademia di danza) ha spopolato in una puntata di «Ballando con le stelle» inventandosi danzatrice di flamenco con la premiata ditta Peron-Todaro-Di Filippo. Furba a captare le tendenze, Milly ha rilanciato in digitale la «flamencomania» che si declina in innumerevoli modi e che è lo specchio di una rincorsa alla passione formale, visto che sotto le lenzuola gli appassionati sono in decremento. Flamenco superstar, e a ragione. Sotto il segno di Garcia Lorca, di Gades, di Hemingway, di Neruda rinforza la fortuna che la Spagna e la sua lingua hanno da qualche anno. La musica gitana è entrata nei piani di studio dei conservatori, nel web se ne occupano oltre 13 milioni di siti. Le esibizioni, i festival assecondano il favore. Lo scorso settembre al Parco della Musica la kermesse !Flamenco! è stata un successone nelle tre sezioni di el cante, el toque, el baile. Idem, e nella stessa location, per Opera y Flamenco, che ha tradotto in melodramma la storia d'amore tra due bailadores, inserendovi la musica di Bizet e di Verdi. Più quotidianamente, lo spagnolo si studia a passi di salsa, flamenco e tango unendo anche il viaggio nella penisola iberica, a Cuba, in Argentina, in Messico. A Roma, oltre alla blasonata scuola della Carrillo, c'è «Quellicheballano» dove tengono banco i ritmi latinoamericani. «I film, la televisione, i libri, la voglia di esserci e di esprimersi diventano il brodo di coltura di tante persone, sempre di più», dicono gli insegnanti. Carlos Saura non si è dimenticato del suo «Flamenco». Quindici anni dopo il film che ha riunito leggende come Paco De Lucia e Joaquin Cortes, prepara il sequel. Inizio riprese a settembre, fotografia di Vittorio Storaro. Si ritorna alla malia della Spagna più tragica, come in «Nozze di sangue», con trinomio Gades, Cristina Hoyos, Garcia Lorca. «La luce dell'aurora porta un vivaio di nostalgie», scrive il poeta ne «L'alba». Il flamenco è anche quella nostalgia.