Nella Capitale nuovi spazi per l'arte contemporanea
Testaccio e l'arte contemporanea, un amore sempre più appassionato. Dopo il MACRO Future e la recente inaugurazione degli spazi immensi e polifunzionali della Pelanda nell'ex Mattatoio, da ieri ha aperto i battenti nel vivace quartiere anche la Fondazione Giuliani per l'arte contemporanea, che ha sede nei 500 mq seminterrati di un edificio anni venti prospiciente il Tevere, in via Gustavo Bianchi. Del resto, questa novità ha solide radici: la collezione d'arte contemporanea del notaio Giovanni Giuliani e di sua moglie Valeria è senza dubbio una delle più importanti della nostra città, potendo vantare opere di Sol Lewitt, Richard Long, Maurizio Mochetti, solo per citare alcuni nomi. E Giovanni Giuliani è stato anche Presidente dell'associazione MacroAmici che dal 2005 al 2008 ha sostenuto il museo di via Reggio Emilia. Adesso, con la nascita della Fondazione Giuliani, quello che era il carattere privato ed intimo della raccolta acquista una sua personalità quasi pubblica, propositiva e progettuale, perché si animerà con mostre di giovani artisti, rassegne tematiche con opere della collezione, conferenze, collaborazioni con altre istituzioni. La Fondazione è inaugurata dalla mostra «Mutiny Seemed a Probability» (L'ammutinamento sembrava una possibilità), curata da Adrienne Drake. Attraverso le opere di 17 artisti internazionali (fra cui nomi di spicco come Micol Assael, Mona Hatoum, Jorge Peris, Nedko Solakov, Jeff Wall), viene ripercorso una sorta di «ammutinamento» della ricerca scultorea dai suoi canoni tradizionali, sotto il segno della fragilità, precarietà ed instabilità. Inoltre viene presentato per la prima volta in Italia il progetto «E-flux video rental», una sorta di distributore gratuito di video arte costituito attualmente da oltre 900 opere e che sarà arricchito da altri video proprio in occasione di questa tappa italiana. La Fondazione Giuliani sarà una delle mete dei tour in navette organizzate dalla fiera «The Road to Contemporary Art» che si svolgerà tra il 26 e il 30 maggio proprio al MACRO Future e alla Pelanda. Sarà l'occasione per conoscere un esempio emblematico di collezionismo attivo e capace di creare eventi, nel dialogo continuo fra vita e arte, senza l'ossessione dell'investimento puro e semplice.