Madame Melato
Tiberiade Matteis Apoteosi del femminile, indagine profonda del sentimento dell'attesa, confessione poetica affidata alla parola, meditazione sul disagio dell'esistere, il celebre romanzo autobiografico di Marguerite Duras «Il dolore» non poteva trovare migliore corrispondenza interpretativa che nell'attrice Mariangela Melato, disposta a riproporre, dall'11 al 23 maggio al Valle, l'omonimo adattamento scenico, presentato al Maggio Musicale Fiorentino nel 2006 con la regia di Massimo Luconi. Il dialogo intimo fra l'autrice e la sua scrittura trova una nuova e diversa specularità nel confronto con il palcoscenico di una regina insuperata del nostro teatro che torna al lavoro dopo una seria malattia che l'ha costretta a una pausa forzata. I riflessi di sofferenze private e condivisibili esaltano un testo incentrato sulla vicenda di un'eroina tragica dell'oggi che attende il ritorno del marito deportato a Dachau, al termine della seconda guerra mondiale. Nella scena essenziale e simbolica firmata dal regista appare soltanto un albero senza vita, diviso in due da un muro che si apre e si chiude come fosse uno squarcio della mente e diventa un cancello che isola il mondo. Tra i tanti libri sparsi, una scrivania e il telefono, spetta all'unica protagonista materializzare l'angoscia di un vissuto preciso nel tempo e nello spazio che diviene ben presto emblema di un dramma ancestrale, cosmico e universale. Un'essenza che soltanto le corde delicate e potenti, misteriose e riconoscibili, sapienti e limpide di Mariangela Melato possono tramutare in evento comunicativo, assecondando il rigore e l'enfasi dell'opera narrativa, attraverso l'energia straziante, provocatoria e coinvolgente del teatro. La voce e il corpo dell'attrice conferiscono piani e prospettive personali alle emozioni, alle testimonianze e ai turbamenti dell'anima della scrittrice, in una inedita e ancora più complessa rappresentazione del dolore in tutte le sue forme. Questo lavoro è la punta di diamante della monografia che il Teatro Valle intende dedicare a Mariangela Melato per confermare la sua poliedrica trasversalità, in costante equilibrio fra scena e grande o piccolo schermo, con una totale dedizione all'arte intesa come professionalità. Per addentrarsi nella sua officina espressiva si può assistere, il 13 maggio alle 18, alla Lectio Magistralis da lei offerta, in sinergia con il critico Rodolfo di Giammarco, agli allievi dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, aperta anche a tutti gli appassionati, mentre una rassegna video di alcuni tra i suoi più importanti spettacoli, alla Sala Capranica del Valle dal 12 al 21 maggio, ripercorre la sua carriera.