Bobulova: il mio sogno? Diventare una Bond girl
Torna sul grande schermo a distanza di due anni, dopo le due recenti maternità, l'attrice slovacca Barbora Bobulova, che debutta nel nel suo primo action movie. Nel film «Le ultime 56 ore» di Claudio Fragasso, sceneggiato da Rossella Drudi, prodotto da Carlo Bernabei e dal 7 maggio distribuito in 200 sale da Medusa, sono serviti anche i consulenti Domenico Leggero, dell'Osservatorio Militare, e Emerico Lancetti, alto ufficiale della Croce Rossa, che si è ammalato a causa delle scorie radioattive. La storia incrocia i destini di due uomini: il colonnello dell'esercito Moresco (Gianmarco Tognazzi) che con alcuni suoi militari prende in ostaggio personale e degenti di un ospedale, e il vice questore Manfredi (Luca Lionello), che scopre di avere moglie (Simona Borioni) e figlia (Nicole Murgia) fra gli ostaggi. I militari non vogliono trattare, pretendono che entro 56 ore vengano smantellati gli armamenti in cui si è usato finora l'uranio impoverito (causa, tra l'altro, di tumori e malformazioni ai feti) e vengano bonificate le zone dove operano i militari. Nel cast anche Maurizio Merli (che ha dedicato il film al padre) e Nicola Canonico. Mentre tra gli ostaggi c'è Sara (Bobulova), oncologa, vedova di uno dei migliori amici del colonnello. Bobulova, questo è il suo primo film d'azione, si prepara a fare la Bond girl? «E perché no? Non mi dispiacerebbe affatto. E mi sento pronta dopo aver girato tutto il tempo con i tappi alle orecchie in questo film di genere, che mescola azione, giallo e poliziesco». Era a conoscenza dei problemi legati all'uranio impoverito? «No e ho trovato molto coraggiosa la scelta del regista di parlarne. Anche perché l'Italia non ha mai usato armamenti a uranio impoverito e per quanto l'esercito fosse bene equipaggiato, nelle varie missioni, è venuto in contatto con le armi degli altri eserciti, come quello francese o americano. Inoltre, l'Italia è stata la prima - come spiega il film - a riconoscere tra il 2008 e il 2009 i danni provocati dall'uranio impoverito sui militari e a stabilire un indennizzo per i militari ammalati». Lei interpreta anche una scena toccante sull'eutanasia. «Il regista è stato molto coraggioso a inserirla, in un Paese cattolico dove il problema dell'eutanasia rimane aperto e se ne parla sempre poco o male». Il suo personaggio è affascinato dal feroce colonnello, ci si può innamorare di un uomo così duro e violento? «Certo, il fascino dell'uomo duro non tramonta mai. Ma nel regista ho bisogno di ritrovare una figura paterna e non mi piacciono quelli che sul set maltrattano le donne, a volte mi è capitato d'incontrarli». Come mai è stata tanto lontana dal cinema? «Ho avuto due figlie e ho fatto la mamma, un impegno meraviglioso che mette tutto in secondo piano e mi ha fatto diventare anche meno ansiosa nel lavoro». Cosa sta girando ora? «Il film di Paolo Genovese "Immaturi", storia divertente di un gruppo di quarantenni costretti a rifare l'esame di maturità: per un errore burocratico quello precedente è stato loro annullato. Ricominciano così nuove amicizie e nuovi amori, come quello tra me e Ricky Memphis».