Il killer Johnny Hallyday rende omaggio a Leone nel western orientale di To
Lesue predilezioni sono per il western di foggia orientale, i suoi toni abituali sono le azioni truci della mafia cinese, la malfamata «triade», i suoi modi, portati non di rado a un vero e proprio stile, si rifanno a un realismo spesso visionario sorretto da immagini di straordinaria opulenza visiva. Nel suo film più recente, «Election», analizzava con cupo vigore i rituali interni della «triade», senza un solo colpo di pistola, oggi, al contrario, si dedica con impeti addirittura vorticosi quasi soltanto alle sparatorie, dalla prima pagina alla penultima. L'occasione gliela dà un francese, con un passato da killer, che viene a Macao per vendicare l'efferata uccisione di suo genero e dei suoi nipotini in un agguato in cui anche la figlia è stata gravemente ferita. In una città dove non conosce nessuno, anche se conosce bene i sistemi delle varie mafie, si rivolge a tre sicari professionisti promettendo loro molto denaro se scoveranno e uccideranno gli assassini e il loro mandante che, lo si scopre presto, si nasconde fra i meandri della «triade». Al via, dunque, la vendetta che, salvo nell'ultima pagina – una pacificazione con la serenità quasi di un idillio – non potrebbe essere più sanguinosa. Scontri, violenze, le armi da fuoco sempre in pugno, in occasioni singole ma anche, alcune, furiosamente corali, con quel vendicatore sempre in primo piano che parla poco (ricordandoci certi western di Sergio leone) e che, grazie al suo passato, si dimostra, ad ogni svolta, un pistolero infallibile intento a non mancare un colpo anche quando, a sua volta, è ferito o nei momenti in cui, per una vecchia lesione alla testa, sembra soffrire di amnesie. Johnnie To orchestra con mano abile e ferma tutto questo intreccio spesso addirittura furibondo. Le aggressioni, i corpo a corpo, pur senza sminuirne la violenza, li trasforma quasi in balletti, con un gusto coreografico che le immagini, i ritmi, i suoni e le musiche riescono a mettere in vitalissimo risalto. Con effetti sempre di forte impatto. Li sostiene tutti con grandissima bravura un inedito Johnny Hallyday, faccia scavata e segnata, sguardi foschi e crucciati. Quasi una rivelazione.