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S'è risvegliato er marchese

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Pomeriggio assolato nella Città Eterna, nel cortile di uno splendido palazzo padronale, pieno di servi, stallieri e operai, regna un silenzio innaturale. Finché un uomo si affaccia alla finestra e annuncia: «S'è svegliato er marchese!» E improvvisamente il cortile si anima di voci, di rumori di zoccoli e nitriti di cavalli, di artigiani che battono e segano. È una delle scene del film «Il marchese del Grillo», piccolo capolavoro dell'81, con Alberto Sordi, firmato da Monicelli. E da oggi quel marchese dipinto dall'ironia di Albertone torna a vivere con il viso dell'unico altro «romano de Roma» che può affrontare l'impresa: Pippo Franco. Da questa sera, fino al 2 maggio, il super-comico vestirà i panni del «sor Marchese» giocando, si può dire, in casa. «Il marchese del Grillo» va infatti in scena al romanissimo Salone Margherita facendo rivivere sul palcoscenico il film del duo Sordi-Monicelli. Un film che ha dato una grandissima notorietà al nobile più scombinato e simpatico della «mitologia romanesca». Il testo scritto dell'attore, insieme con Massimiliano Giovanetti e Claudio Pallottini, per la regia dello stesso Pippo Franco, è stato letto e approvato da Monicelli e anche dal compianto Piero De Bernardi, da non molto scomparso, che con il regista è stato autore del famoso film. Sulla scena nove personaggi, tutti molto familiari al pubblico. Ma non bisogna lasciarsi ingannare: l'opera teatrale ricalca i toni del film, ma riserva più di una sorpresa. Un rilievo tutto particolare è stato riservato alla figura di Ortensia, che ha il volto simpatico e dolce di Gegia. Oronzo del Grillo, fratello di Onofrio, monsignore avido e senza scrupoli che ha sempre pronta qualche preghiera per affrontare tutti gli imprevisti, è interpretato da Pino Michienzi. Fiorone de' Fioravanti, amministratore dei beni in casa del Grillo da generazioni è interpretato da Roberto Attias. Il personaggio nel film si vanta che amministratori di casa del Grillo lo sono stati anche il padre e il nonno. «Ladro tu, tuo padre e tuo nonno», non manca di dirgli il marchese. E poi, volendo sapere dove si trova il vino prodotto da casa del Grillo, il marchese chiede all'amministratore: «E queste botti 'ndo stanno, oltre che a casa tua?». Battute famosissime che, nonostante il film stia per compiere i trent'anni, sono conosciute e ricordate da tutti. Come quella dello scherzo ad Aronne Piperno, ebanista, interpretato, in teatro, da Andrea Perolli. Il marchese, nel film, come scusa per non pagarlo, gli dice: «Tu sei ebreo e i tuoi antenati falegnami hanno fabbricato la croce dove fu inchiodato nostro Signore Gesù Cristo. Posso essere ancora un po' incazzato per questo fatto?» Non si è scelto un compito facile il grande Pippo Franco, ma se c'è qualcuno che può «risvegliare» la comicità del marchese (e non è la prima volta, perché il personaggio lo ha già interpretato), quello è lui. In scena anche Lorenzo Cocchi, nei panni di Leopoldo del Grillo, figlio unico di Onofrio. Ricciotto, il fidato servo è Pino Cormani, Faustina, la bella servetta, è Francesca Ceci. Papa Pio VII, che nel film di Monicelli era interpretato dal «gigante» Paolo Stoppa, oggi ha il volto di Ciro Ruoppo. Tutti danno vita ad una serie di colpi di scena e di complotti che il Marchese, armato solo delle sue burle, affronta con successo e precisione, persino nel giorno della sua... morte. E come con il famoso film il personaggio del marchese del Grillo ha smesso di essere solo romano ed è diventata una star nazionale, così il nuovo marchese supererà i confini della Città Eterna. Dopo Roma, la tournèe proseguirà in tutta Italia.

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