Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Rohrwacher: io nuda sul set senza pudori

default_image

  • a
  • a
  • a

Accantoa Pierfrancesco Favino, Alba interpreta il ruolo dell'amante proletaria. I due hanno famiglia e separarsi è ormai un lusso per ricchi, come possedere una casa dove consumare la passione. Non restano che squallidi motel. Alba, per questo ruolo si è ingrassata 8 chili e ha recitato nuda in diverse scene di sesso, non l'ha imbarazzata questa trasformazione? «Sono ingrassata ben 8 chili perché Soldini mi voleva più carnale. Per le scene di nudo non ho provato alcun imbarazzo. Merito anche di Favino e di Soldini che mi facevano sentire a mio agio, è stata un'esperienza totalizzante e viscerale, ho provato una sorta d'identificazione con Anna, il mio personaggio. È una trentenne con un modesto impiego che incontra Domenico, sposato, due figli, lavoratore precario. Tra i due scoppia una passione bruciante, un'intesa sessuale mai provata, un'autentica rivoluzione nelle loro vite. Ma persino la passione, per alcuni, è un lusso: separarsi non è facile ed è necessario calcolare le spese, anche per una notte al motel». La storia di questi due amanti crede rispecchi la crisi di oggi? «Forse sì. L'idea è nata a Soldini proprio dal racconto vero che gli ha confidato una sua amica. E, anche a me, a Berlino, una ragazza che ha visto il film, ha confessato di aver vissuto una storia analoga». I soldi determinano anche le emozioni? «In questo caso, sì. Anche se non si dovrebbe nemmeno immaginare una cosa del genere. Però, Anna, alla fine, fa una scelta coraggiosa che determinerà il suo futuro. Il finale lascia aperta una speranza e una riflessione. In ogni caso, capisce che con il marito (Giuseppe Battiston) la situazione è ormai agli sgoccioli». Anche la sua scelta, nell'accettare questo ruolo, è coraggiosa? «Il coraggio è stato anche di Soldini che mi ha guidato per mano alla scoperta di un personaggio estremamente lontano dagli altri che avevo interpretato finora. D'altra parte, il lavoro dell'attore non è certo quello di rimanere per tutta la vita schiavo di un ruolo, ma sperimentare ed evolversi artisticamente. Tutto l'ambiente sul set ha rispettato i nostri nudi, i nostri difetti e i nostri imbarazzi: per questo, io e Favino non ci siamo sentiti castrati. E penso che questo si percepisca anche guardando il film che è privo di voyeurismo». Oltre al nudo, qual è stata la vera sfida di questo film? «Raccontare la storia di due persone qualsiasi, senza commiserarle, e interpretare una storia che mi ha toccato molto emotivamente».

Dai blog