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Paola Turci e le sue donne

Paola Turci presenta il nuovo album

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«Voglio riscoprire il lato nascosto delle donne». Paola Turci prosegue con la trilogia cominciata qualche mese fa con «Attraversami il cuore». Il secondo capitolo non lascia dubbi e «Giorni di rose» è già una dichiarazione d'intenti. Una sottile linea rosa lega i sette nuovi brani scritti per lei dalle amiche-cantanti. Come dire il meglio della musica italiana declinato al femminile. Paola Turci, perché la scelta di sole donne nel suo nuovo cd. Non vorrà mica garantire le quote rosa anche in musica? Altro che quote rosa! Il mio intento è quello di disegnare una nuova primavera musicale. È una sottile linea rosa in cui le canzoni si riflettono con leggerezza e delicatezza. Le donne sono in grado di mantenere questo atteggiamento anche quando affrontano temi struggenti. Va bene, ma nel suo nuovo album duetta con Fiorella Mannoia in «Lunaspina», un brano scritto da Ivano Fossati. Allora ogni tanto anche i maschietti hanno voce in capitolo? E ci mancherebbe altro! Ma la verità è un'altra. Avevo chiesto a Fiorella di scrivere una canzone per me. Lei mi ha risposto: senti, io ci provo ma non ti garantisco nulla. E infatti non ce l'ha fatta. Non c'è niente da fare, è un'interprete pura. È così ho deciso di scegliere una canzone scritta per lei da Ivano Fossati. Ma è l'unica cover presente in tutto il lavoro. Quando è nata l'idea del secondo capitolo? Esattamente un anno fa. Ad aprile dell'anno scorso ho deciso di dedicarmi alle donne e al loro mondo. Volevo entrare nell'anima di persone struggenti e passionali.   Tra le tante collaborazioni anche quella con Marina Rei. Il forte legame d'amicizia che c'è tra voi non ha complicato il lavoro in comune? Direi proprio di no. Anzi. Il brano che ha scritto per me esprime il bisogno di essere amate. Entrambe abbiamo un grande bisogno di quell'affetto che in passato abbiamo forse trascurato. Vogliamo lasciarci andare e vivere i momenti di tenerezza.   È giusto pensare che tra lei e Marina Rei è stata galeotta proprio Roma, la città dove siete nate e cresciute? Roma ce l'ho nel cuore anche se da qualche tempo vivo a Milano. Cosa ha spinto una romana verace come lei a trasferirsi al nord? Non lo so neppure io. No, scherzo. Parlando seriamente si è trattato di un moto sentimentale. Insomma mi sono innamorata.   C'è di mezzo un uomo? Direi più che altro che c'è di mezzo il trasferimento di mia sorella. Roma le manca? Come potrebbe essere altrimenti? La cosa che mi manca di più è Testaccio, il quartiere dove abitavo. Ho vissuto lì da tifosa laziale e lo sapevano tutti. Anche il mio amico meccanico. Ma è stato bello così. Se manca lo sfottò è finita. Sennò che gusto c'è? Tornando al suo «Giorni di rose», tra le chicche c'è il brano scritto per lei a quattro mani da Carmen Consoli e Nada. Una strana coppia non è vero? Meno di quello che si possa pensare. È una canzone che ha come filo conduttore la voglia di vivere con leggerezza. Con tanti abbracci alle persone che si amano. Neppure io mi aspettavo da loro un brano così leggero e felice. E ora l'ultimo capitolo della maratona. Quando sarà pubblicata la terza parte della sua trilogia? È una fatica enorme. Ma è un progetto che voglio portare a termine a tutti i costi. Il terzo cd uscirà entro l'anno e parlerà ancora di amore. Sarò più morbida e questa volta tornerò ad essere autrice. Non vedo l'ora.  

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