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Il Gilda è superpop Ha Povia nel salotto

Povia a Sanremo

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Che lo si ami o che lo si odi, Povia è uno di quei cantanti che non lasciano indifferenti. Su di lui si sono versati litri di inchiostro nelle ultime edizioni di Sanremo, a causa dei suoi brani su temi «tabù» come omosessualità ed eutanasia. Stasera il suo «Scacco matto tour» farà tappa a Roma, ma il concerto è stato spostato, per motivi tecnici, dal Piper al Gilda (Via Mario de' Fiori 97). Sarà così il «salotto buono» della mondanità romana ad ospitare l'estroso cantautore milanese, che dal vivo fa prevalere sul pop una decisa anima rock, facendo parlare le chitarre almeno quanto i controversi testi delle sue canzoni. La carriera di Povia è legata a filo doppio a Sanremo, dove nel 1999 si iscrive all'Accademia, arrivando poi in finale. Un'esperienza che si rivela utilissima poiché qui incontra Giancarlo Bigazzi, uno dei più noti autori italiani, che insieme ad Angelo Carrara (il talent scout che ha lanciato Battiato e Ligabue), producono «E' vero», il suo primo disco. Nel 2003 Povia si aggiudica il Premio Città di Recanati «Nuove Tendenze della Canzone Popolare e d'Autore» con la canzone «Mia Sorella», che tocca i temi dell'anoressia e della bulimia. In questa occasione esegue parte di un pezzo appena scritto, «I bambini fanno ooh» e così deve rinunciare a partecipare a Sanremo del 2005 nella categoria Giovani. Il brano diventa un tormentone, tanto da rimanere per venti settimane al primo posto delle classifiche. La canzone viene anche scelta come colonna sonora per «Avamposto 55», campagna di solidarietà a favore dei bambini del Darfur, alla quale il cantautore destinerà per un anno i proventi dei diritti di riproduzione del brano. Un successo che gli permette non solo di gareggiare tra i «big» nel 2006 ma addirittura di vincere il Festival con l'ironica «Vorrei avere il becco». Due anni dopo viene escluso dai finalisti dell'Ariston, insieme al collega Baccini, con il quale dà vita a una «contromanifestazione» chiamata Independent Music Festival. Ritorna a Sanremo l'anno dopo col discusso «Luca era gay», che suscita gli strali dell'Arcigay che lo accusa di essere omofobo, e nel 2010 con «La verità», ispirato alla straziante vicenda di Eluana Englaro.

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