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E al Macro arrivano i settemila aquiloni di Hashimoto

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Eper il suo vulcanico Direttore, Luca Massimo Barbero, l'apertura del museo alla città è così fondamentale da voler chiamare a raccolta prima di tutto «i vicini di casa», cioè tutti gli abitanti delle vie coinvolte dal grande cantiere del Macro che saranno invitati e coinvolti nel vernissage. Il museo di via Reggio Emilia aprirà contemporaneamente al MAXXI con sette mostre, «accomunate forse dall'idea del fare nel tempo, dal lavoro nel tempo, in consonanza con quanto sta accadendo nel nostro cantiere», ci dice Barbero con orgoglio. Particolarmente attesa è l'installazione dell'americano Jacob Hashimoto che inventerà un mondo contemporaneo fluttuante fatto di settemila aquiloni e di migliaia di fili. La metropoli solcata dal traffico di innumerevoli veicoli che ne segnano la superficie con tante cicatrici sarà invece evocata dal giovane Aaron Young. Lo spagnolo Jorge Peris darà vita ad una sorta di ecosistema estremo, un laboratorio per la creazione di un ambiente salino. Mentre il portoghese Joao Louro rifletterà sulle immagini cieche ed il nostro Luca Trevisani evocherà le fasi lunari nello spazio cosmico. Uno dei più famosi artisti italiani, Gilberto Zorio, trasformerà il Macro in un luogo di energia pulsante, primordiale ed avveniristica al tempo stesso. E partirà poi un ciclo di eventi dedicati agli anni Ottanta ed inaugurati da Alfredo Pirri. Sarà infine presentata la collezione del museo, con parecchie novità e con una sezione tematica intitolata «Ritratti, visi e corpi». Ma conoscendo Barbero si può star certi che da qui a fine maggio salterà fuori qualche altra novità. Gab. Sim.

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