«Mi salvo ridendo di ciò che non va»
Tiberiade Matteis Grande successo all'Olimpico per «Dixplay», il monologo in cui Gioele Dix sintetizza i suoi pezzi comici teatrali cult: dall'automobilista al professore argentino, dal viaggiatore di treno al condomino. Chi si aspettava di vedere dal vivo il comico di Zelig è rimasto sorpreso nell'ascoltare un interprete sapiente nel dialogare con il pubblico. Quale spaccato del nostro Paese offrono i suoi esilaranti personaggi? Siamo stati talentosi anche nei grandi margini di peggioramento verificatisi negli ultimi tempi. Attraverso una comicità edificante e non distruttiva racconto le debolezze, le follie e le contraddizioni di un mondo di persone troppo condizionate dai ruoli, camaleontiche e aggressive per varie ragioni, che però finiscono per sfogarsi senza serie conseguenze. In macchina o all'interno di un condominio un uomo normale diventa una belva e scopre la sua parte più nera. Nella vita privata riesce a ridere di quello che le capita? Mi diverte tutto ciò che va storto e trovo buffe le più svariate inadeguatezze. È la mia salvezza: cerco di non prendere sul serio né me stesso né gli avvenimenti. Soprattutto amo soffermarmi sulle goffaggini dei rapporti sentimentali e non è un caso che il racconto sul giardino dell'Eden con l'inizio del rapporto fra uomo e donna, scommessa sulla forza, sulla bellezza e sulla fatica dell'amore, sia uno dei passaggi più riusciti del mio spettacolo. Adoro poi i sillogismi spiazzanti dei bambini che mettono in ridicolo le nostre presunte certezze. Cosa detesta della realtà contemporanea? La maleducazione, nel senso francese di essere stati male allevati, la volgarità, la mancanza di senso critico e l'impunità. Le regole valgono per gli altri e non per noi, come svela il mio "automobilista". O il linguaggio utilizzato per le targhette dei divieti che in Italia deve funzionare come un avvertimento mafioso, altrimenti ci si sente autorizzati a non obbedire. E' molto amato grazie al piccolo schermo? Forse qualcuno degli spettatori è anche spinto dalla televisione, ma mi viene soprattutto riconosciuto di essere un attore in grado di maturare grazie alla fedeltà al palcoscenico, in cui ho fatto la gavetta con Franco Parenti. Recentemente ho lavorato con la regia di Sergio Fantoni. So creare un rapporto benefico con il pubblico che si sente a casa. I telefonini scattano foto: è un modo di esprimere partecipazione!.