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Simone Cristicchi

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Semprea cavallo tra teatro e musica. Simone Cristicchi ha conquistato un posto d'onore tra i cantautori italiani. E non solo come autore di testi e musiche ma anche e soprattutto come sperimentatore. Di ambienti, atmosfere, ispirazioni e compagni di viaggio. Ha già cantato con il Coro dei Minatori di Santa Fiora e, qualche anno fa, non ha avuto paura di mettere in scena la poesia della condizione umana che ha oltrepassato i limiti della cosiddetta normalità. Il suo viaggio non si è ancora fermato e, tra un palco dell'Ariston e l'altro, non ha mai ceduto alla tentazione del disimpegno o del motivetto semplice. È ancora nelle orecchie di tutti il refrain dell'ultima «Meno male», brano tormentone di Sanremo 2010 che ha tirato in ballo l'«intoccabile» premiére dame di Francia: Carlà Bruni. Questa volta, però, il giovane Cristicchi non ha davvero badato alle apparenze. E alle sue canzoni ha voluto dare una veste assai particolare. Domani in Sala Sinopoli sarà sotto i riflettori con gli archi del genovese Gnu Quartet. Sul palco la sua voce sarà accompagnata da Francesca Rapetti al flauto, Roberto Izzo al violino, Raffaele Rebaudengo alla viola e Stefano Cabrera al violoncello. A cinque anni dal pluri-premiato album di esordio «Fabbricante di canzoni» (2005) e tre anni dall'ambizioso progetto «Dall'altra parte del cancello» (cd, documentario, spettacolo e libro), Simone Cristicchi presenta dal vivo il suo nuovo disco, questa volta ambientato nelle metaforiche stanze del «Grand Hotel Cristicchi». Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo con «Meno Male», l'artista romano sorprenderà il pubblico con uno spettacolo a dir poco singolare, a cavallo tra il teatro e la canzone, lasciandosi accompagnare da uno straordinario quartetto di musicisti classici. Nato a Roma nel 1977, Cristicchi matura un amore autentico per la canzone d'autore. Negli ultimi due anni ha approfondito l'affascinante mondo della musica popolare grazie all'incontro con Ambrogio Sparagna: è nato così il tour «Canti di vino, amore e anarchia» con la stimolante collaborazione del Coro dei Minatori di Santa Fiora. Ma il desiderio di teatro continua ad attirare l'arte di Cristicchi come poche altre cose al mondo. Ed è per questo che tra i progetti futuri è addirittura in preparazione un monologo che racconterà la tragica Campagna di Russia del 1941-1943. Si intitola «Li Romani in Russia» ed è basato sull'omonimo libro di Elia Marcelli. Dopo gli show di Marco Paolini, si tratta di un altro esempio di teatro «civile». In questo caso il debutto è previsto a novembre con la regia di Alessandro Benvenuti. La svolta nella carriera di Cristicchi è arrivata nel 2005, grazie a quello che lo stesso cantautore ha definito tormentone involontario, «Vorrei cantare come Biagio», brano ironico nel quale il musicista, affermando di voler assomigliare in tutto e per tutto al più noto collega Biagio Antonacci, tenta, in realtà, di denunciare l'enorme difficoltà, per un giovane artista, di raggiungere il successo preservando la propria individualità. Qualche tempo dopo il cantautore è stato invitato dallo stesso Antonacci a interpretare il pezzo durante un suo concerto al Palalottomatica. Scambio di favori tra colleghi. Cristicchi non credeva ai suoi occhi.

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