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Domus Aurea, buco nero

Crolla una parte della volta della Domus Aurea. Nella foto l'aula della reggia-museo sotterraneo di Nerone, dove l'imperatore visse prima del suicidio a 31 anni

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«Bisognava consolidare le volte. Invece alla Domus Aurea si è partiti dal basso. Senza pensare che sopra alle aule, ai soffitti a grottesche pesa il giardino di Colle Oppio, con acqua che s'intrufola nel terreno. Un tarlo che provoca smottamenti e crolli». Andrea Carandini, l'archeologo più esperto, il presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, fa una diagnosi lucida dell'accidente che ha portato via un altro pezzo di caput mundi: il crollo di uno dei grottoni traianei di accesso alla Domus Aurea, il buco nero che ha inghiottito un altro frammento di quello che il mondo ci invidia. È successo alle nove di ieri mattina. Uno schianto e si squaderna la voragine. Davanti agli occhi di un addetto alla manutenzione degli impianti. Dà l'allarme, arrivano polizia municipale e vigili del fuoco. «Poteva scapparci il morto», chiosa Carandini. Che rilancia: «È la prova drammatica che quella di Roma è vera emergenza». E che il commissariamento dei Fori, voluto da questo governo e tanto osteggiato dall'opposizione, era necessario. «Alla Domus aspettiamo l'inizio dei lavori da due anni e mezzo, ma ci sono lunghezze burocratiche fatali nel lavoro delle sovrintendenze. Il commissario Luciano Marchetti ha dovuto aspettare un anno solo per l'approvazione del progetto. Ora si mettano subito a disposizione i soldi. Anche se le volte crollate sono perdute per sempre. Sì, le ricostruiranno, ma le avrà fatte il bravo ingegner Marchetti, non Traiano». È anche il cruccio del ministro Bondi, del sindaco Alemanno, dei sovrintendenti archeologici Proietti e Broccoli, accorsi subito al capezzale del grande malato che si chiama città antica. Tutti a consulto. Di fronte allo scempio della frana, al braccio meccanico della ruspa, alle transenne che vietano il passaggio ai turisti. A loro chissà per quanto sarà vietato visitare la dimora di Nerone. «È il crollo più grave degli ultimi 50 anni» diagnostica Antonello Vodret, direttore tecnico della Domus. E Alemanno incalza: «Con i 32 milioni staziati dal governo abbiamo avviato 70 progetti. Più risorse pubbliche e private troviamo, prima possiamo agire. Dopo Pasqua lanceremo il progetto per gli sponsor del Colosseo». Ma «la coperta è corta», sorride amaro Marchetti. «Avevamo i fondi per intervenire sulla parte affrescata della Domus, non sulle gallerie traianee». Invece la falla è stata qui. Sessanta metri quadrati venuti giù. Metterci una toppa costerà un milione di euro. Aveva ragione Voltaire a sospirare: «Beati gli antichi che non avevano antichità».

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