Anno 2019.

L'umanità,ridotta a cavia, è ormai una specie in via di estinzione, costretta a nascondersi, braccata da demoni desiderosi di succhiare sangue. Questa la trama dell'ennesimo film sui vampiri, «Daybreakers», di Peter e Michael Spierig, in questi giorni al cinema. Edward Dalton (Ethan Hawke) è un vampiro e al tempo stesso un ricercatore che rifiuta di nutrirsi di sangue umano. Sta cercando di creare un sangue artificiale che possa nutrire i vampiri e al tempo stesso evitare l'estinzione della razza umana. Il tempo stringe e quando tutto sembra ormai perduto, Ed incontra Audrey, una sopravvissuta che lo aiuta e lo esorta alla ricerca per il cui esito, sia gli umani che i vampiri, sarebbero disposti a fare qualsiasi cosa. Ed si troverà così al centro della lotta che deciderà le sorti del genere umano. Alla fine si unirà ad Elvis (Willem Dafoe) che, rinato come una fenice dalle proprie ceneri grazie ad una misteriosa cura, non è più un vampiro. Elvis aiuterà Edward nella ricerca, dove quest'ultimo mettendosi contro la sua stessa razza, si troverà al centro di una lotta il cui esito deciderà le sorti del mondo. Hawke ha ammesso di essere stato molto cauto all'inizio, trattandosi di un film di «genere», ma la sceneggiatura lo ha colpito da subito: «Ero prevenuto, pensavo non mi interessasse - ha spiegato - Avevo deciso di smettere di leggerlo a pagina dieci, invece a pagina cinque avevo già deciso di accettare. La storia è assolutamente originale, unica. Spero che piaccia soprattutto alle persone a cui non piacciono i film di vampiri e di fantascienza, come me. Penso che i registi Peter e Michael abbiano visto nella storia dei protagonisti quella della Fenice. Una creatura che muore e rinasce dalle proprie ceneri, un morto vivente che diventa un essere umano, un'allegoria ambigua che parla ad ognuno di noi». Per Hawke questo film è stata la sua prima esperienza di lavoro con due registi contemporaneamente: «Ho sempre pensato che quando ci sono due registi, uno deve per forza essere il regista e l'altro l'autore - ha aggiunto l'attore - Peter e Michael, però, sono stati entrambi registi nel significato più stretto del termine». Dopo l'adesione di Hawke al progetto, i fratelli hanno pensato a Willem Dafoe per il ruolo di Elvis. Entrambi, infatti, ammirano profondamente Dafoe per i diversi e interessanti personaggi che ha interpretato nel corso della sua lunga carriera: «Ho sempre studiato con attenzione come agiscono i personaggi che mi propongono, mi chiedo se è il tipo di avventura che voglio intraprendere come attore - ha detto Defoe sposato con la regista e attrice abruzzese Giada Colagrande - Qualche volta in film di genere come questi, il regista è più interessato agli effetti speciali che ai personaggi e alla storia. Ma i fratelli Spierig sono dei veri filmmaker. Non sono interessati al successo fine a se stesso, vogliono fare film ed è una cosa che sanno fare benissimo». Il messaggio della pellicola è tutta nell'allegoria: racconta di uomini morti che si trasformano in persone che poi si risvegliano diventando vigili a quanto succede loro intorno e, quindi, capaci finalmente di scegliere nel senso più profondo e rivoluzionario del termine.