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Un buon romanzo d'amore? I consigli di Soriga e Baresani

Camille Baresani

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Qui si parla di emozioni forti. A «Libri come», la quattro giorni dedicata alla lettura sullo sfondo dell'Auditorium e inaugurata ieri da Boris Pahor, domenica 28 marzo alle 15 (Sala Petrassi) il tema è l'amore. O meglio, come scrivere un romanzo d'amore. Parteciperanno alla tavola rotonda Camilla Baresani, autrice di «Un'estate fa» (Bompiani), Stefania Bertola e Brunella Schisa. Coordinerà l'incontro Flavio Soriga (l'unico uomo), autore di «Il cuore dei briganti» (Bompiani). A Camilla Baresani l'argomento piace. E, mentre sottolinea che «sebbene ogni scrittore abbia un proprio linguaggio, è difficile che in un romanzo non ci sia una storia d'amore. A meno che non si stia trattando di un libro di denuncia, stile Saviano» ammette che nel suo cuore, al vertice dei libri cult ci sia Tolstoj con la sua straziante Anna Karenina. Dietro le quinte del romanzo d'amore: quali sono i «trucchi» del mestiere di scrittore? Si scrive di getto o c'è un canovaccio, uno schema da seguire? La Baresani non ha dubbi: «La scrittura "di getto" viene fatta o da chi è molto giovane o da chi ha 90 anni, con una lunga esperienza alle spalle. Un autore - continua - si pone sempre in modo ragionato rispetto alla storia della letteratura contemporanea. È poetica». Anche lo scrittore Flavio Soriga ha idee precise. E lo fa citando una canzone (strappalacrime): la Morna di Vinicio Capossela. E chiosa: «Gli scrittori si stupiscono dell'opera finita e hanno la speranza di avere un pubblico. L'amore? Tutti ne abbiamo sofferto - continua - Siamo tutti degli esperti di quella malattia i cui effetti si ripercuotono sul nostro fisico. Per quanto ognuno abbia i propri anticorpi. Il tema è anche politico». E le «ripercussioni» sui suoi libri? Due gli esempi: «In "Nero pioggia" una donna che sceglie di avere più uomini viene reputata troppo libera. E continuo a tenere presente il tema dell'amore anche in "Il cuore del brigante": parlo di una escort del '700».

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