Preziosi & Scamarcio diventano gay per passione del set
Due sex symbol del cinema italiano, Riccardo Scamarcio e Alessandro Preziosi, diventano fratelli e per giunta gay, nel film «Mine vaganti» di Ferzan Ozpetek (prodotto da Fandango con Rai Cinema e dal 12 marzo in 500 sale). Tra ironia e dramma, una famiglia dai valori tradizionali e un padre all'antica (Ennio Fantastichini) saranno costretti ad accettare l'omosessualità dei figli. In un crescendo di emozioni, con il sottofondo delle canzoni di Patty Pravo che ha dato al film il suo brano inedito «Sogno», c'è anche il bacio tra il bel Scamarcio e il "fortunato" Carmine Recano. Due divi sono uniti da un destino simile, entrambi sbarcati nella Capitale dai loro luoghi d'origine: Preziosi da Napoli e Scamarcio da Trani. «La scena in cui bacio un uomo non è stata difficile e non mi ha imbarazzato affatto - ha detto Scamarcio - Paradossalmente è stata più difficile quella in cui dovevo apparire sinceramente innamorato. Non temo nemmeno di perdere le mie fan per il ruolo del gay. Semmai temevo che lo spettatore avesse difficoltà a trovare empatia per un personaggio che nel film tende a reagire più che ad agire. Interpreto un ragazzo che vive a Roma e vuole fare lo scrittore, ma prima deve chiudere i ponti con il passato. Torna a Lecce per confessare in casa la sua omosessualità e per dire al padre che non intende affatto lavorare nel pastificio di famiglia. Il suo piano viene però bruciato dal fratello maggiore (Preziosi) che sarà il primo, a cena, a fare outing sulla sua omosessualità. Così, mio malgrado, sarò coinvolto nell'azienda con una enigmatica ragazza (Nicole Grimaudo) che s'innamora di me, un amore che offre una chiave in più alle vicende di questa commedia. L'unico neo? Una furibonda litigata con Ozpetek al terzo giorno di riprese perché mi faceva tagliare di continuo i capelli. Il personaggio ha lo stesso desiderio che avevo io, andar via dalla provincia per realizzarsi nella Capitale. I miei genitori, che non so ancora quale reazione avranno vedendomi nel film, non mi hanno ostacolato. Ma certo erano preoccupati di vedermi partire per la metropoli romana, a studiare in una scuola di recitazione, per giunta a numero chiuso. Roma è fantastica, misteriosa, ma è anche un luogo dove si rischia di sentirsi soli. Ultimamente è una città che trovo un po' sonnambula, la gente vive molto di più nei palazzi e nelle case, tende a non aprirsi, forse, sarà il post 11 settembre. Certo è che ci vorrebbero molti punti di ritrovo in più». Anche Alessandro Preziosi è sbarcato nella Capitale in cerca di fortuna e l'ha trovata, in tv, al cinema e in teatro. «Roma è come Napoli senza il mare. È una città straordinaria ma quello che la rovina è la romanità, un certo modo di fare dei romani che non hanno voglia o capacità di accoglienza e di calore nei confronti di chi viene qui a vivere. E sono tanti. Dovrebbero ormai finire i tempi in cui il Marchese del Grillo diceva: "Io so' io e voi nun sete un ca..". L'arroganza del romano spesso è esagerata. Riguardo al mio ruolo da gay, credo che le mie fan femminili mi apprezzeranno ancora di più perché, in realtà, in questa storia sono innamorato dell'amore. Nel film siamo tutti delle mine vaganti con l'obiettivo, più o meno volontario, di destabilizzare. Mentre io e Riccardo, i due fratelli gay, siamo due assassini della normalizzazione. Devo ringraziare Scamarcio per avermi messo in difficoltà sul set, cosa che a una "bestia" come me ha offerto l'occasione per dare il meglio della professionalità».