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Ora mi metto in ballo

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Quasi in punta di piedi ma con caparbietà e molta ironia, Veronica Pivetti è ormai un'attrice affermata al cinema, come in teatro e sul piccolo schermo, tanto da diventare (in passato) persino una delle primedonne del festival di Sanremo. Ma ancora non le basta. Perché la bella attrice è passata anche dietro la macchina da presa per esordire nel cortometraggio «Qui giace», domani al cinema Embassy di Roma nella terza edizione del festival del corto «Tulipani di seta», diretto da Andrea Roncato. Veronica, da grande ha deciso di diventare una regista? «Adulta non lo diventerò mai. Ma era tanto che pensavo di debuttare alla regia e l'ho voluto fare con una storia che trattasse di un tema importante, con una leggerezza di fondo. Racconto l'incontro al cimitero di due fantasmi, una sarta del teatro dell'Opera, da me interpretata, e un panettiere (Yari Gugliucci), costretti a vedere i loro rispettivi coniugi che li vanno a trovare al cimitero. E scopriranno così i tradimenti ricevuti, le cattiverie esercitate alle lorospalle nella passata vita matrimoniale. Su tutto vince però l'ironia e il sorriso. D'altronde, i cimiteri li ho sempre considerati divertenti e sono evocativi della comicità popolare. Penso al mio episodio con Carlo Verdone in "Viaggi di nozze", che nel '95 divenne campione d'incassi». Tornerebbe sul palco dell'Ariston, da sola, come ha fatto Antonella Clerici? «Ci tornerei subito e senza valletti o co-presentatori accanto. Condurre il festival di Sanremo è una delle emozioni più grandi da vivere. È divertentissimo e superato il primo minuto di panico tutto diventa spettacolo. Lo rifarei con il mio stile, esclusivamente popolare, con leggerezza, autoironia e smorfie anti elitarie». Lei è un'artista a tutto tondo, recita, dirige, balla, le manca solo il canto.. «La sorprenderò, ma mi sto preparando anche a quello. Farò uno show che debutterà il 16 luglio a Portovenere con Isa Danieli e la regia di Cristina Pezzoli. Rappresenteremo io il nord e Isa il sud, tra gag e canzoni che canteremo dal vivo». Vuole diventare un Emanuele Filiberto in gonnella? «Meglio restare Veronica e fare solo ciò che davvero mi piace con la voglia di dialogare sempre con il pubblico a cuore aperto». È contenta di come le donne nel mondo dello spettacolo si stiano affermando anche in campi, come quello della regia, finora riservati a poche? «A forza di sgomitate con tanta fatica ci stiamo riuscendo. Ma su 9 ruoli 7 in genere sono maschili e solo 2 femminili, la maggior parte delle storie sono poi concepite dagli uomini e quindi esiste soprattutto il loro modo di vedere. Le donne fanno ancora molti sforzi per affermarsi e gli uomini forse hanno ancora tanta paura delle donne. In Italia piace sempre la bonazza, non solo nello spettacolo, e va bene così, ma occorre offrire anche un'altra immagine femminile che non punti sempre tutto sulla seduzione. Con i miei personaggi ci sono riuscita, anche perché io sono fatta così, esprimo simpatia, comunicativa e acume». A ottobre tornerà su Raiuno con «La Ladra», che tipo di donna sarà questo suo nuovo personaggio? «Eva Marsiglia di giorno si occupa di un ristorante e di notte si trasforma in una ladra a metà strada tra Robin Hood e Occhi di gatto. È una donna che fa ridere parecchio, è buffa ma anche sexy e propone una femminilità diversa. Un personaggio che mi è piaciuto tantissimo proporre. Poi girerò "Miacarabefana.it 2", "Mia cara Prof 4" e già si parla di una seconda stagione de "La Ladra". Ma intanto riproverò a fare la regista, sempre nel segno della commedia».

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