I fantasmi di Roma Ecco dove incontrarli
Le due ampolle di vetro con gli spiritelli di due trapassati che sarebbero state vendute all'asta in Nuova Zelanda a 1450 euro l'uno (appartenevano a una certa signora Avie Woodbury di Christchurch che sostiene di averli catturati in casa sua grazie all'aiuto di un esorcista) fanno tornare alla memoria i barattoli di aria di Napoli sottovuoto che, tempo fa, si vendevano nella città partenopea. Un successone: nessuno si pose mai la domanda se contenessero, o meno, quello che pubblicizzava l'etichetta. Che la ghostbuster neozelandese abbia realmente imprigionato i due fantasmini (trattasi di un anziano vissuto negli anni Venti e di una bimba dispettosa) nell'acqua benedetta delle ampolle è, a questo punto, ininfluente. Le presenze ectoplasmatiche, per tutti, stanno realmente lì in perenne galleggiamento. Ne siamo convinti soprattutto noi romani abituati da sempre a convivere con «certe presenze». Roma è una città che vanta trenta secoli di fantasmi e sono tanti gli ectoplasmi che ancora svolazzano sugli amati colli! Se non fosse così come spiegare allora, quei brividini che corrono lungo la schiena quando passiamo su Ponte Sant'Angelo? Dalle pietre antiche sembrano alzarsi i lamenti dei condannati a morte; ogni notte dell'11 settembre, poi, anniversario della sua esecuzione, il fantasma di Beatrice Cenci passeggia nervosamente sul ponte. Davvero un luogo di disgrazie. Durante il Giubileo del 1300 duecento pellegrini vi persero la vita. Una carneficina, causata da un asino imbizzarrito. E se vogliamo andare ancora più indietro nel tempo, cioè al 410 d.C., ricordiamo il visigoto, al seguito di Alarico, che giunto avanti alla mura di Roma, rimase colpito dalla bellezza della città. Fu lì che decise di difenderla (dai suoi) e non distruggerla. Questo gli costò la morte. Neanche a dirlo, il suo fantasma sta ancora lì tra il ponte e il castello. Chissà se qualcuno ha mai pensato a catturarlo in qualche vasetto. Un altro fantasma illustre, l'imperatore Nerone appare invece, nelle notti di luna piena, sulla Torre delle Milizie, di fronte ai Mercati Traianei. La leggenda vuole che dalla sua cima l'Incendiario si sarebbe affacciato a suonare la lira mentre Roma bruciava. A Piazza Navona, in plenilunio, una mano bianca appare da una finestra di palazzo de Cupis: è di Costanza, nobildonna romana vissuta nel Seicento. Le fu amputata perchè era andata in cancrena, dopo che s'era infettata con un ago da cucito. Lo stesso luogo è spesso visitato da Donna Olimpia, la Pimpaccia. Per i vicoli di Trastevere nelle sere d'autunno, passa silenziosa una figura di donna, con il viso celato da un velo nero: è Lorenza Feliciani, la moglie del Conte di Cagliostro. L'ombra scivola silenziosa fino a ponte Garibaldi per raggiungere Piazza di Spagna dove Cagliostro, accusato da lei stessa di stregoneria, fu arrestato. Qui svanisce mentre si sente un grido e una risata: «Lorenza». Giambattista Bugatti detto Mastro Titta, penultimo boia di Roma, tagliò teste tra il 1796 e il 1864. Ama passeggiare, alle prime luci dell'alba, sui luoghi delle esecuzioni: davanti alla chiesa di S. Maria in Cosmedin, Ponte Sant'Angelo e Piazza del Popolo. Ma il luogo infestato «per eccellenza» è il Muro Torto dove venivano seppelliti i corpi dei rifiutati, prostitute, assassini, streghe ecc. Le ombre più illustri sono quelle di Targhini e Montanari i due carbonari giustiziati sotto Leone XII nel 1825. Infine il Museo delle anime del Purgatorio a Lungotevere Prati dove è conservata la fotografia di un volto che viene identificato come un'anima del purgatorio. Questa volta il fantasma si vede proprio: brrr!