Alena Seredova: "Io, dark lady innamorata del mio Gigi"
{{IMG_SX}}Eduardo Tartaglia porta sul grande schermo, da interprete e regista, il suo spettacolo teatrale, "La valigia sul letto", commedia folk sulla camorra, da venerdì in 150 sale distribuita da Medusa. Tra equivoci e gag, emergono personaggi surreali: un guardiano notturno, Achille (Tartaglia), che tira a campare accanto a Brigida (Veronica Mazza), anche se un cugino camorrista (Biagio Izzo) mette in pericolo la sua reputazione e la sua vita. Mentre un ispettore, fin troppo ligio (Maurizio Casagrande), va a caccia di un'affascinante killer, Alena Seredova, dark lady a tutti gli effetti, anche se al tempo delle riprese al quinto mese di gravidanza. Alena, che genere di donna interpreta? «Un personaggio diverso da quelli che in genere ho finora interpretato. Sia perché ho lavorato con un gruppo tutto napoletano, sia perché ho affrontato una comicità un po' particolare rispetto ai ruoli precedenti. I napoletani potrebbero sembrare lontani dalla mia tradizione dell'Est, invece mi sono divertita moltissimo. È stata una sfida interessante fare l'assassina al quinto mese di gravidanza». Anche dalle sue parti interpretare una dark lady, al cinema o in tv, è considerato pericoloso? «No, forse perché nella Repubblica Ceca non esistono nella realtà le criminali spietate, come quelle affiliate alla camorra. E allora, da noi è più facile riproporre una killer al cinema, esaltandola o prendendola in giro. Le dark lady sono più tipiche nelle atmosfere della Russia». Crede che l'Italia sia sessista e tenda ad emarginare il ruolo delle donne? «Dipende molto dalla donna. Certo, guardando la tv italiana, soprattutto per una della Repubblica Ceca dove conduttori e presentatrici sono poco sexy, si potrebbe pensare che qui le donne siano usate solo per la loro bellezza o per mostrare le gambe. Ma poi non è così e le donne intelligenti sanno districarsi anche quando si spogliano o fanno le seducenti. Insomma, la donna bella deve anche farsi rispettare». Le dive del Nord Europa sono più abituate a dividersi tra lavoro e famiglia? «Sicuramente sì. Da noi è normale lavorare fuori casa e poi dedicarsi alla famiglia e ai figli. Noi donne possiamo farlo, siamo più adatte a fare più cose, senza che ci costi troppa fatica, mentre l'uomo lavora fuori casa e basta». E il gossip italiano le piace ancora, nonostante la brutta esperienza passata? «Sì, è meglio di quello che succede da noi, quando una volta avuta la soffiata il paparazzo crea un fotomontaggio con foto false. Qui, invece, c'è più professionismo, i fotografi seguono i personaggi e prima o poi li beccano. Il gossip va bene se non esagera, come è successo nel mio caso, quando volevano mettere zizzania tra me Gigi. Ma basta farsi rispettare, d'altronde è questo il prezzo della celebrità». A proposito del suo compagno, Gigi Buffon, per quale squadra tiferà ai mondiali? «Per quella in cui gioca mio marito, ovviamente. Tifo per l'Italia, ma mi piacerebbe strizzare l'occhio anche alla Repubblica Ceca se si fosse classificata». È vero che in famiglia si parla di matrimonio? «Certo, abbiamo già due bambini meravigliosi e io gli dirò di sì, anche se diventerò la signora Buffonova, ma solo quando Gigi me lo chiederà in ginocchio con l'anello di brillanti in tasca. Sa, io in fondo sono tradizionalista».