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Santamaria adesso è stregato dal palcoscenico

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«Ilmio massimo desiderio è comunicare e sul palco l'attore diventa un canale per rendere visibile l'invisibile. Il cinema, invece, si fruisce soltanto alla fine e a volte è anche molto noioso», ha precisato l'amatissimo interprete di tante recenti pellicole di successo. Proprio ora si trova nelle sale cinematografiche con il film che prende il titolo «Baciami ancora». Per mettersi in gioco dal vivo ha accettato un testo arduo che l'ha coinvolto subito per l'assenza di una struttura classica. «Ho sentito una possibilità attoriale forte: dovevo suonare fino all'estremo tante mie corde diverse. Le idee interpretative vengono, infatti, costantemente scardinate e vanificate dal copione finché non ci si butta nella prova. È un lavoro che va sperimentato proprio davanti al pubblico perché ti continua a sorprendere anche quando sei già in scena». Un giovane uomo racconta la sua solitudine, la sensazione di riconoscersi straniero e diverso in un esilio esistenziale che induce ad anelare l'abbraccio oscuro e inquietante della foresta. «Immagino questo luogo della mente come una notte, la fine, il buio o la morte, forse intesa come liberazione» ha confessato il protagonista. «Se esprimi la tua opinione devi nasconderti in un bosco, altrimenti ti uccidono a colpi di mitraglietta. Ovviamente non c'è ambientazione realistica che assecondi le descrizioni dell'autore, bensì viene ricreato uno spazio ideale. Abbiamo anche liberato la traduzione da ogni visione omosessuale, grazie all'intervento di uno specialista come Luca Scarlini, che ha stemperato le allusioni erotiche, eliminando ogni volgarità, peraltro assente nell'originale. Le parole hanno riacquistato il loro significato più politico che sessuale come, per esempio, "camarade" tornato a essere semplicemente "compagno" nell'accezione sociale».

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