Gigi: "Cari giovani, fate poca gavetta"
«Questa trasmissione è un premio, un sogno che si avvera»: Gigi D'Alessio, cantautore-mito partito da Napoli e arrivato in tutto il mondo, parla con entusiasmo, timore e un pizzico d'incredulità del primo grande show tv tutto per lui. «Gigi, questo sono io» andrà in onda in prima serata domani e giovedì della prossima settimana sull'invitta Raiuno diretta da Mauro Mazza, premiatissima dagli ascolti, di Sanremo e non solo. D'Alessio ospiterà big del calibro di Claudio Baglioni, Lucio Dalla, Noemi, il re del soul Mario Biondi, il concittadino Massimo Ranieri. E, forse, Sophia Loren. Gigi D'Alessio, di questo show si parlava da un po', ora finalmente va in onda... «Lo show doveva andare un anno fa, ma continuavano a rimandare. Io però ho molta fede, non ho smesso di crederci. Poi è cambiata tutta la direzione Rai, quelli nuovi hanno avuto l'occhio lungo... e ora lo show si fa. Sì, lo so, sono un po' ruffiano, ma è giusto così. Contro di me ci sono stati tanti preconcetti, molti hanno cercato di ghettizzare questo ragazzo. Chi arriva da Napoli è visto diversamente, rispetto a chi arriva da Belluno. Ma 'stà cosa che ho successo solo a Napoli è 'na favola. Al Nord vendo tanti dischi. E a proposito del dialetto napoletano e della canzone napoletana, che ha fatto diventare la canzone italiana famosa nel mondo, devo dire che a Sanremo sono stati penalizzati. Il brano di Nino D'Angelo era in un dialetto così stretto che a Treviso era difficile da capire. Non lo capivo manco io». La sua trasmissione avrà canzoni e...? «Ci saranno un grande pubblico, con il quale dialogherò, e una scenografia bellissima. Poi tanti ospiti, Baglioni, Dalla, che domani festeggerà il compleanno in diretta, Mario Biondi, uno con una grande esperienza di night che a me manca totalmente, non vedo l'ora di confrontarmi con lui. E forse ci sarà Sophia Loren». È 'o vero? Cioè, ci sarà? «Speriamo, io l'ho già conosciuta, dovrebbe venire, gli artisti sono belli e cari, però...» Però? «Poi bisogna discutere con i manager». È preoccupato per gli ascolti? Pensa alla concorrenza Mediaset? «A Napoli si dice: non mettimmo i maccheroni 'n coppa alla carne del sugo...». Può ripetere? «Meglio se mi spiego: non è la Rai che si deve preoccupare degli altri, ma il contrario». Lei ha fatto molta gavetta... cosa pensa dei giovani aspiranti cantanti di oggi? «Che di gavetta ne fanno poca, anzi niente. Hanno successo subito. Ma questo non è un bene. Ricordo di una volta che per andare a Unomattina mi svegliai alle quattro. Per cantare 'nu quarto 'e canzone che poi mi hanno anche sfumato. Non mi ascoltò nessuno, nemmeno mia sorella. Solo i panettieri. Ai giovani consiglio: circondatevi di bravi professionisti, arrivare al successo, oggi, è facile, mantenerlo è difficile. I talent show rischiano di diventare venditori di illusioni». Cosa è Napoli per lei? «È come una mamma». E Roma? «Come una zia, è la città dove abito, che mi ha ospitato, anzi, mi ha accolto a braccia aperte. Tutto il mio successo lo devo a Roma».