"La famiglia allargata? Una scemenza"
«La famiglia allargata è una grande baggianata, perché in realtà esiste solo una famiglia, quella che io chiamo branco. Quel nucleo primario dove si deve litigare. I litigi fanno crescere i sentimenti, mentre nel silenzio cova l'odio. Occorre litigare perché il confronto è importante. Non a caso il film inizia e finisce con due mega litigate». Così, ha esordito all'hotel De Russie, il regista toscano Giovanni Veronesi, parlando del suo ultimo film, "Genitori & figli: agitare bene prima dell'uso" da oggi distribuito da Filmauro in 550 copie. Ironico, vulcanico e con la battuta sempre pronta, nonostante quello sguardo un po' malinconico che ogni tanto lo pervade, Veronesi ha detto anche che questo è il suo «primo film in cui sono stato più me stesso e dove ho inserito alcuni cenni autobiografici. Ho riprodotto persino una scena davvero accaduta, quando siamo andati io e mio fratello con i miei nipoti a buttare le ceneri in mare dei miei genitori, morti prematuramente all'età di 80 anni e ai quali ho dedicato la pellicola». Per realizzare questa bella commedia corale, il regista si è a lungo documentato per la stesura del film: ha fatto proporre lo stesso tema in alcuni licei italiani, selezionando una ventina di scritti elaborati da studenti di Foggia e Bologna. «Gli studenti non sapevano che sarebbero serviti per un film - ha aggiunto l'autore - Quelli del nord sono più politically correct, vogliono dire qualcosa ma cercano il modo giusto di dirlo. Quelli del sud sono un po' più sgrammaticati ma molto chiari e diretti. Poi ho valutato il fronte opposto, quello dei genitori, attraverso un programma di Radiodue chiedendo ai genitori di raccontare la propria esperienza con i figli. È uscito fuori che quelli della mia generazione sono disastrosi». Dal film corale (interpretato da Michele Placido, Margherita Buy, Silvio Orlando, Luciana Littizzetto, Elena Sofia Ricci, Max Tortora, Piera Degli Esposti, i giovani Emanuele Propizio, Chiara Passarelli e il bravissimo esordiente Andea Fachinetti, figlio di Ornella Muti), arrivano altre critiche alla società di oggi. «Il Grande Fratello è una bischerata e se mio figlio decidesse di andarci penserei che ho sbagliato qualcosa, ma questo va spiegato ai ragazzi, perché non basta più indignarsi soltanto. Anche la storia del piccolo Ettore (Matteo Amata) è tratta dal fatto vero di un bambino razzista, il razzismo è ormai nell'aria, si respira come lo smog. Occorre controllare i figli, vedere quello che fanno su Internet o su Facebook: viviamo in una società molto pericolosa». Soddisfatto anche il produttore Aurelio De Laurentiis che, smentendo la presenza certa di Belen Rodriguez nel prossimo cinepanettone, ha legato il film a un concorso con Ministero e Agiscuola: «Vi potranno partecipare i liceali romani con un tema. Al vincitore andranno 20 mila euro e 30 mila al suo Istituto per la creazione di un laboratorio audiovisuale».