Il destino nelle parole dei personaggi
Cos'èche volete sapere? Dove sta Emanuela? In 27 anni l'hanno vista in molti luoghi. A Blatna, nella Repubblica Ceca. In Turchia. Nel lago di Castel Gandolfo. In Marocco. A Isolotto di campi vicino Vieste. In Lussemburgo in un convento. Casale a Terlano vicino Bolzano. In Colombia in un monastero. A Lucerna con un turco. In un villaggio in Asia minore. A Parigi. In Olanda con plastica facciale. Per noi a Natale è sempre al suo posto a tavola, col suo tovagliolo, con il suo piatto vuoto, tra Cristina e Federica. Intendiamoci: per noi, più si parla di Emanuela e meglio è. Io sono contenta che voi vi interessiate della sua sorte. Vengo spesso qui a Sant'Apollinare nei momenti di sconforto perché questo posto mi parla di lei, ma non ho mai trovato tante persone. E qualunque sia la verità, so che me la racconterà un estraneo. Qualcuno che avrebbe potuto parlare molto tempo fa. E non l'ha fatto. Qualcuno che forse non l'ha mai conosciuta davvero. Qualcuno che non sa cosa significa per noi aver trascorso ventisette anni di bugie silenzio e speranze. Io me lo sento: la verità cadrà d'un tratto, dall'alto, come un quadro che si stacca dal chiodo. Ci coglierà di sorpresa, comunque impreparati. Anche se ho immaginato quel momento miliardi di volte. Quando è scomparsa Emanuela aveva quindici anni, stava al Convitto Vittorio Emanuele II, c'era la consegna delle schede. Era alle prese con il saggio di flauto. Quel pomeriggio del 22 giugno 1983 Emanuela esce da porta Sant'Anna, prende il 64 per andare alla scuola di Musica di piazza sant'Apollinare. Arriva in ritardo a lezione perché si ferma a parlare con un uomo su una Bmw a Corso Rinascimento, e poi esce pure prima della fine. Alle sette da una cabina chiama a casa e dice a Federica che le hanno offerto un lavoretto di vendita di prodotti cosmetici dell'Avon ad una sfilata e vorrebbe chiedere ai genitori il permesso. Ma papà e mamma non sono rientrati e Federica la invita tornare a casa. Emanuela la rassicura. Attacca e va all'appuntamento col tizio con la Bmw dell'Avon a Corso Rinascimento, là vede l'amica Raffaella. L'ultima che la vede. Ma in quel periodo c'era gran trambusto in casa, io mi dovevo sposare, lei che suonava, la Roma aveva vinto lo scudetto. Vivevamo in una casa in Vaticano, vicino Porta Sant'Anna e si scendeva in strada, avvolti nelle bandiere giallorosse a fischiare. Mamma papà e noi cinque figli. Io, Pietro, Federica, Cristina e Emanuela. Ah si, io sono Natalina. Natalina Orlandi. Buio. Entra in scena un altro personaggio. È Imma, ambulante a piazza Navona. Compare con il suo carrello di souvenir. Si fa il segno della croce. Anvedi la gente! Suor Teresa m'ha detto ce stava la Chiesa de Sant'Apollinare piena, nun je volevo crede ammazza quanti siete? Tutti turisti? Du yu spek inglish? Frenz? Doitc? Io solo italiano. Mostra delle cartoline Cartolina! Roman monuments...Questi non comprano...