Dario Salvatori Sul fronte delle vendite discografiche da Sanremo arrivano buone notizie, ma langue ancora il settore discografico.
Unaumento complessivo del 164% rispetto allo scorso anno. Un segnale di buon auspicio che dovrebbe aumentare la quota-mercato di Sanremo rispetto all'andamento complessivo. Ma il fatturato discografico in Italia continua ad essere in caduta libera: calo complessivo del 13%, anche se il digitale cresce del 10%. Un mercato che nel 2009 ha fatturato 225,6 milioni di euro, rispetto ai 259,5 del 2008 e ai 301,1 del 2007. Nel corso dell'anno passato si sono venduti 25 milioni di cd, escluse le confezioni che contenevano più supporti. A contenere l'emorragia è stato soprattutto il mercato natalizio, forte delle sue offerte speciali e di tutte le forme di «repackaging» più sofisticate, anche se da questi dati sfuggono molti elementi significativi: le edicole, le piccole etichette, le vendite per corrispondenza, i cd venduti nei concerti, il settore dei dj e altre interessanti forme di mercato sommerso. Gli addetti ai lavori sembrano prudentemente ottimisti, anche se nell'ambito occupazionale le case discografiche sono state costrette per il terzo anno consecutivo a tagliare sedi, personale e investimenti artistici. È come se al di là della scarsa affezione al supporto, si fosse bloccata l'evoluzione di tutta l'elettronica di consumo. La speranza arriva ancora una volta dalle vendite digitali, anche se quelle fuorilegge continuano ad esser le preferite, soprattutto dai giovanissimi, cioè dal settore più dinamico del mercato. Fino ad oggi tutti gli interventi legislativi sulla pirateria si sono rivelati inutili: sistemi operativi, database, cd clonati, perfetta integrazione nel mercato della pirateria hanno dato luogo ad effetti disastrosi. Addirittura si è registrato qualche passo indietro, per esempio il fallimento del software anticopia, pericoloso per lo stesso computer che lo installava. La soluzione non è vicina. I giovani percepiscono la musica come un intrattenimento gratuito e le major non hanno le idee chiare sulla consapevolezza e l'importanza del copyright.