"All'Opera 10 per cento in più di abbonati"
Beppe Menegatti, marito e librettista d'elezione della super étoile Carla Fracci, strepita contro il Teatro dell'Opera di Roma. «È allo sbando, dentro non c'è gente competente», dice mentre si presenta il balletto in scena da domani al Teatro Nazionale, stelle la medesima Fracci e Micha Van Hoecke. C'è più di un sospetto che la sparata del fiorentino Beppe scaturisca dalla delusione del mancato rinnovo del contratto di direttore del Corpo di Ballo alla sua sublime metà. Ché prima, infatti, tanto cruccio Menegatti non aveva esternato. Ma Catello De Martino, il sovrintendente dell'ente lirico capitolino, ribatte punto per punto con «Il Tempo». Sovrintendente, ma davvero è conciata tanto male, l'Opera? Giudichi da questo dato. Gli abbonamenti sono cresciuti del 10 per cento rispetto allo scorso anno. E i giovani, che volete più numerosi? Nell'anno contiamo su 17 mila presenze. È il frutto di accordi con università e istituti e di pacchetti abbonamenti per i ragazzi. E riuscirete a spendere meno? Il risparmio sul budget è il nostro obiettivo. Lo otterremo con il consolidamento del bilancio preventivo. In pratica come farete? Diventando più produttivi ed efficienti. Attuando un miglioramento gestionale: recupero delle scenografie, ottimizzazione degli aspetti organizzativi, attenzione ai contratti, acquisti a gara. E applicanco la legge 231 sulla trasparenza, che genera risparmio. C'è chi legge risparmio come crollo di qualità. Come tutti i teatri d'Italia, l'Opera vive una situazione economicamente difficile. Il mercato impone di rivedere i parametri. Parole incomprensibili per gli artisti. Ma è un fatto che l'eccellenza è garantita dalle collaborazioni internazionali: Parigi, Sofia, Damasco, probabilmente Covent Garden. Poi ci sono gli scettici sull'arrivo di Muti. Il Maestro collaborerà per l'indirizzo e la redazione di un progetto artistico per l'Opera. Questi i termini del contratto sul quale c'è piena sintonia e che firmerà al ritorno da New York.