A chi giova comprare i televoti?
Cipiacerebbe però sapere a chi conviene fare un investimento su un cantante. Negli anni Sessanta e Settanta c'era «Canzonissima», abbinata alla lotteria di Capodanno. Le votazioni erano popolari e avvenivamo mediante cartolina postale. Proprio per questo i risultati erano molto chiacchierati. In un clima di vacche grasse, a regime decisamente opulento, poteva starci che le case discografiche investissero centinaia di milioni per favorire i loro cantanti. Non era certo un gesto avventato, visto che i dischi si vendevano a milioni. Ma oggi avrebbe senso spendere del denaro in quel modo? Come rientrerebbero le ingenti somme impiegate? Con i dischi che non si vendono più? Dario Salvatori