«L'Italia dimentica il successo dei talenti all'estero»
Oltreai truccatori de «Il Divo», Aldo Signoretti e Vittorio Sodano, al direttore della fotografia Mario Fiore (per «Avatar») e allo sceneggiatore Alessandro Camon (per «The Messenger»), si aggiungono i compositori Marco Beltrami (per «The Hurt Locker»), Michael Gioachino (per «Up») e lo sceneggiatore Armando Iannucci (per «In the loop»). A rivelarlo è Pascal Vicedomini, produttore del Los Angeles, Italia (28 febbraio-7marzo) che ha in programma diverse anteprime mondiali, tra cui «Happy Family» di Salvatores, «Angelus Hisoshimae» di Planta, con Franco Nero tra le macerie dell'Abruzzo. Isabella Ragonese è la Madrina dell'evento, che conta di far dare a Hollywood una stella sulla Walk of fame ad Andrea Bocelli, poi a Fellini, Visconti, De Sica e Pavarotti che incredibilmente non ce l'hanno. Ma l'attesa più grande è per la retrospettiva dedicata al regista romano Enzo G. Castellari, maestro per Quentin Tarantino, che si è ispirato al suo «Quel maledetto treno blindato» per realizzare «Inglorious Basterds», candidato a 8 Oscar. «L'Italia è un Paese che non aiuta i talenti all'estero, ma spesso non li sostiene nemmeno, se non li dimentica del tutto. Per fortuna, c'è stato Tarantino a rivalutare il mio successo. Eppure, quando feci "L'ultimo squalo" (1981), in un solo weekend incassai a Los Angeles 2 milioni e 200 mila dollari. Ma gli americani tolsero subito il mio film dalle sale, impauriti di vedere le loro pellicole indietreggiare al box office. In America sono più che protezionisti, ma poi vogliono il massimo se vengono in Italia o negli altri Paesi. Quando girammo "Inglorious Basterds" a Berlino, Tarantino raccontò questi fatti a Brad Pitt, che ha deciso di fare una petizione per ostacolare questo protezionismo americano e per far vedere il mio film nelle sale. Persino Variety, la Bibbia del cinema americano, mi inserì al quinto posto per "I guerrieri del Bronx" (1990). Fu un trionfo, ma non una riga uscì in Italia. I nostri talenti esistono ma non vengono supportati a livello nazionale, è una sorta di malattia tutta italiana». Din.. Dis.