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Festival, Mazzi: "Brava Clerici ma anch'io ora lascio Sanremo"

Antonella Clerici

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Ora che il Festival è finito posso dirlo con serenità: neppure io, da direttore artistico, mi aspettavo un risultato così lusinghiero. Alla vigilia, l'unica cosa di cui mi sentivo sicuro era la scelta di una donna conduttrice: per questa sessantesima edizione ci voleva una come Antonella, che con simpatia e leggerezza ha poi ottenuto un successo senza precedenti. Meglio di Simona Ventura, meglio della Carrà. Naturalmente, un classico gioco di queste ore è il toto-conduttore per il prossimo anno. Io so solo chi non lo condurrà: ed è la stessa Clerici, che si è chiamata fuori, per realizzare altri progetti tv. Fa bene: la macchina di Sanremo esige una preparazione massacrante, ti logora senza pietà. Per lo stesso motivo neppure io mi occuperò - credo - del Festival 2011. Al mio successore posso però suggerire idee da ricalibrare, dopo che noi le abbiamo sperimentate. Ad esempio, ci è parso sensato investire sui giovani mettendo in rete le loro canzoni sin da un mese prima la loro eventuale partecipazione all'Ariston: magari in futuro la finale può essere giocata su sei nomi, invece di quattro. Quanto al meccanismo di valutazione, riconfermerei il diritto di voto per gli orchestrali: i musicisti non si lasciano "corrompere" anche quando sono amici o collaboratori degli artisti in gara. A proposito di televoto, non mi appassionano le diatribe attorno a questo o quel caso: non c'è mai malafede. Si tratta di un sistema di rilevazione affidabile, non saprei come migliorarlo. Anche nelle elezioni politiche c'è sempre qualche contestazione. Dicevo che da adesso mi occuperò di altro: incombe una nuova puntata dello speciale "Due", che ha esordito con Tiziano Ferro e Laura Pausini. Appena troveremo una data libera per il teatro, registreremo un formidabile show con Lucio Dalla e Francesco De Gregori. A quest'ultimo volevo chiedere di partecipare alla serata delle leggende, ma non ce n'è stata occasione. Di altri suoi colleghi mi è spiaciuto il rifiuto, e li ho elencati davanti ai giornalisti. "Il Tempo" mi ha fatto notare che dalla lista di chi mi ha detto no mancava Vasco. Con lui c'era stato solo un fugace contatto, non una trattativa duratura. E poi Rossi era già venuto nel 2005 a riproporre "Vita Spericolata", mentre l'anno prima si era offerto per solidarizzare, seduto in platea all'Ariston, quando le case discografiche ci dichiararono guerra. Voglio dire anche una cosa su Nilla Pizzi: non è stata lei ad essere kitsch. Non mi è piaciuta l'idea che il suo manager Lele Mora ha avuto scegliendo per lei quell'abito e quell'entrata in scena. Avevo pensato a Nilla che accennava "Grazie dei fior" dopo l'interpretazione di Carmen Consoli, che a un certo punto del brano avrebbe dovuto interrompere l'orchestra ed andare a portare la leggendaria signora al centro della scena. Non è stato possibile, ma pazienza. Averla lì è stato un immenso regalo per questo magnifico Sanremo.

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