A Sanremo il principe ci ruba gli azzurri

Poi dice che uno non deve infierire. Quando è iniziata la quarta serata, un grido si è levato unanime dalle Alpi Cozie alle Madonie: "ma come si è vestita Fiona?". Il set di abiti di Mattiolo doveva considerarsi un omaggio al mare. In effetti la Clerici pareva un branzino. Party da spiaggia. È la «seratona paz-ze-sca», ripete lei esaltata come l'animatrice di un villaggio Valtur. Sanremo è g-g-giovane, e allora via (quando scocca mezzanotte) a pazziare inguainata fetish con un mastro dj come Bob Sinclair: ma quale Riviera, siamo a Ibiza, e occhio alle pasticchette, come niente ti ritrovi Morgan dietro le quinte. Svecchiare a tutti i costi: sarà per questo che la Pizzi giovedì è salita sul palco quando ormai - duole dirlo - il suo pubblico dormiva placidamente. Kitsch? A proposito: il trionfo sulla pianura dell'Auditel (10 milioni e spicci di spettatori per un 46 per cento di share) scatena un vago senso di onnipotenza nei generali. Il direttore artistico Mazzi appende all'attaccapanni il suo aplomb e spara addosso alla leggendaria Nilla: «Ho avuto un duro confronto con il suo management, avevo pensato per lei a un'entrata che fosse un momento di tenerezza, la signora invece ha voluto comportarsi da regina». E non lo è? Insiste Gianmarco: «Ho trovato il suo intervento sopra le righe, molto kitsch». Nilla Turner? Ma scherziamo? In un Festival che pare la parodia di uno scherzo arboriano?   I sassolini. A quel punto Mazzi decide che deve impallinare tutto l'archivio discografico di Stato. Non gli basta aver mortificato una magnifica ultranovantenne: se la prende con i pesi massimi del pop italiano contemporaneo. Tutti quelli che si sono negati alla serata delle leggende. Ringrazia Elisa per aver partecipato con una coreografia nello spirito dello show, poi elenca quelli che hanno snobbato Sanremo. «Biagio, Gianna, Laura, Luciano, Adelmo, Claudio, ecc». La lista di proscrizione di Mazzi non comprende il solo Vasco. C'è chi dice no, ma Rossi meglio lasciarlo stare.   Italia Italia. Cari Pupo e principe, va bene l'amicizia con Lippi, ma scipparci pure la memoria storica della notte Mundial di Berlino è inaccettabile. Tra fischi e ululati il ct straborda sul palco con una concione lunga il triplo delle sue conferenze stampa, e si lascia sfuggire che l'importante è far circolare oltre i confini questa zozzeria «non importa come la si canti»: Fiona cerca di espellerlo, Marcello resiste in panca. Parte una versione unplugged del pezzo, il testo cambia in chiave calcistica (ma il regolamento?) e in video ecco le immagini della vittoria azzurra. E no! Toglieteci tutto, ma non le emozioni che contano. In tanti, a casa, meditano di tifare per il Sudafrica. Ciao Ciao. Eliminati definitivamente tra i big Moro ed Ruggeri. Vuoi vedere che il principe... Povia oltre il limite. Con Masini ripropone la sua canzonaccia sull'eutanasia facendoci danzare sopra una bimba. No comment. Plagio? La bella canzone di Noemi è per larga parte identica a "Oggi però" del carneade Daniele Babbini. Il guaio è che l'autore è lo stesso, Diego Calvetti.   Mistero giovane. Il caos di giovedì. Poiché Cocciante (le cui produzioni sono molto care a chi amministra questo Sanremo) era rimasto a pascolare in scena ben oltre mezzanotte, si era deciso di non far esibire in diretta Jessica Brando, anni 15, e non incorrere così nel reato di "sfruttamento del lavoro minorile oltre gli orari consentiti". A parte che non sarebbe male lasciar crescere i bimbi in pace senza buttarli in video neppure alle nove, la vicenda si tingeva subito di giallo. In onda andava il video della prova pomeridiana, e in tanti si chiedevano perché non fosse stata gestita più accuratamente la scaletta dello show. Qualcuno che conta, in sala stampa, opinava che ci sarebbero state comunque sorprese lusinghiere al televoto per la piccola e brava Jessica, che infatti passava il turno. Era scattato un istinto protettivo fra i telespettatori? O cos'altro? Era stata penalizzata dalla mancata diretta o ad incacchiarsi avrebbero dovuto essere i suoi rivali? Comunque, l'avete vista ieri sera: non ha l'età, ma su di lei è in uscita una biografia, ed era già comparsa in tv da Bonolis. Però alla fine con "Il linguaggio della resa" vince il languido Tony Maiello, un altro fuoriuscito da "X Factor", il protetto della Maionchi. Lui piange e il papà lo insegue sul palco. Occhio, tra i finalisti della Nuova Generazione, a Nina Zilli: voce e corpo tridimensionali, premio della critica con suffragio quasi unanime. Jennifer. Accanto a Fiona, anche lei appare prosperosa. Lo è. Ma il confronto è impietoso. La conduttrice spera che la diva se ne stia a casa a fare lavatrici (biscottini niente?), l'altra invece viaggia a balletti sexissimi. Quando le mogli chiedono ai mariti se sia meglio la Lopez o la Clerici e quelli mentono, volano gli schiaffi sul patrio suolo.