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Autogol della Clerici Sanremo è sempre di Bonolis e Laurenti

Antonella Clerici e Antonio Cassano al Festival di Sanremo 2010

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Controllate il calendario: non è mica sicuro che quest'anno di grazia sia il 2010. Una macchina del tempo potrebbe averci riportato a dodici mesi fa, o catapultati in avanti. Perché quando Bonolis e Laurenti aprono il Festivalone chiedendosi come siano finiti di nuovo a Sanremo, la sensazione è proprio un deja vu. E forse la speranza di molti. Tranne che di Antonellona, farcita di 3500 specchietti per l'abito dell'entrata in scena, firmato Gai Mattiolo. Ragazzi irresistibili. In un buio "ossianico e catacombale" Paolino e Luca vanno giù coi doppi sensi, ma danno subito il ritmo allo show. Si va dalle allusioni a Morgan (Baudo è "Pippo", Arisa fa di cognome "Pippa") alle assonanze pop-porno su Mazza e Mazzi che fanno i bambini a viale Mazzini. Per soprammercato, nella conferenza stampa del mattino il sindaco di Sanremo aveva precisato che la Clerici «qui si è fatta il mazzo». Partenza in salita (eppure era discesa da un ovale della scenografia), per la biondariccia, dopo la valanga umoristica della coppietta. Che passa da uno stornello romano ai Queen, poi ai quiz del "Senso della vita". Occhio ai «canguri che si ingroppano», però. L'anno prossimo, malgrado una citazione per Conti (per bruciarlo?) tira aria di un ritorno dell'autocandidato Bonolis. Raiset forever. Messaggi cifrati tra Cologno e Roma. Manca la controprogrammazione Mediaset, mentre in questo debutto decisivo la Rai si gioca Bertolaso a Ballarò e i calciofili entrano in fibrillazione per Milan-Manchester. Vabbè. Metteteci pure la "sintonia" tra il Festival giovanilista e il supertalent targato Biscione e vedrete che ormai la saldatura tra i network tiene. Anche ai piani altissimi della Rai si dicono cosucce oblique. Il presidente Garimberti: «Preferirei Sanremo su tre serate». Il direttore di Raiuno Mazza: «Non vorrei essere io quello che taglierà il Festival l'anno prossimo». Cosa? Cosa? E il comune rivierasco? E la convenzione firmata fino, appunto, al 2011? La verità è che il carrozzone costa, anche se la Sipra ha buttato in cassa 18 milioni dagli inserzionisti. E se si andasse davvero, dopo tanti boatos, al trasloco sulle reti berlusconiane? Futuro. A proposito: Clericella giura di non essere in trattative per la prossima "Domenica In". Non potrebbe dire diversamente: in quel momento accanto a lei c'è Costanzo, un altro candidabile per la successione di Pippone e Giletti. Maurizio, sussurra qualcuno, vorrebbe al suo fianco la moglie Maria. Raiset? No, Mediarai. Lettere struggenti. «Morgan, spero che tu e quelli come te vi possiate ritrovare». Nelle intenzioni di Antonellona, il caso avrebbe dovuto chiudersi con una ramanzina da Fata Turchina al Lucignolo del rock italiano. Ma quello, in un raro momento di lucidità, ha finalmente compreso che lo stanno strumentalizzando, e ha inviato una dura controreplica alla cricca che lo ha escluso. Il senso è: «Mi avete spupazzato facendo i moralisti ad uso televisivo, l'unica cosa che non si è ascoltata è la mia canzone». Ecco uno degli effetti devastanti della coca: certe cose si capiscono con grave ritardo. Soft-core. La scaletta della serata è un diagramma erotico in filigrana. Antonellona è la fidanzata di una vita, burrosa e rassicurante: quella che ti spezza una caviglia con un calcetto sotto al tavolo se sbirci una pupa al ristorante. A un certo punto però impazza e si toglie la giarrettiera. Susan Boyle è la casalinga di Voghera preconizzata da Arbasino. Quando canta il tema di Titanic si fa apprezzare:ma se il transatlantico affondasse, piangerebbero in pochi. A notte fonda, ecco invece il sesso puro: Dita Von Teese, la regina del "burlesque". Cioè si spoglia con arte. Mica come quelle smandrappate delle tv locali, coperte solo da numeri in sovrimpressione. Cassate Cassano. Fantantonio voleva andare al Mondiale, i senatori azzurri non hanno voluto. Pur di non incontrarlo qui, Lippi (il barese gli dedica "Pigliate 'na pastiglia") era disposto a venire domani, a cantare con il principe. L'asso è rimasto alla Samp, ma in tribuna. E i blucerchiati vincono. Non gli restava che il Festival, per 150mila euro. Battute da espulsione, faccia da «guarda-come-ti-faccio-sparire-le-gomme-della-macchina», e un radioso avvenire da nuovo Bettarini. Dice: «Non amo gli uomini, ma Gigi D'Alessio». La Clerici fa peggio: «La tua fidanzata parla genoano». Può puntare all'Isola dei Famosi, se il labiale non lo tradirà in qualche blasfemia. Serve comunque la prova tv. Avanti Savoia. I tre eliminati (ma ci sarà un ripescaggio): Nino D'Angelo (peccato), uno svociatissimo Toto Cutugno (inevitabile) e la gang Pupo-Canonici-Filiberto, con il rampollo fischiato in platea in un tripudio di tricolore. Del resto, la principessa Maria Gabriella aveva fatto sapere: «Umberto II non avrebbe permesso la partecipazione di Emanuele, aveva troppo rispetto del nostro cognome». Viva il re.  

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