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A Sanremo Morgan ha già vinto

Morgan, escluso da Sanremo per le sue dichiarazioni sull'uso di droga

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La buona notizia è che mentre scende la notte della vigilia, Morgan è vivo e vegeto. Crack permettendo, dovrebbe arrivare in condizioni di intendere e di volere fino al momento in cui Antonellona scenderà le scale dell'Ariston e dichiarerà aperta questa sciagurata edizione del Festival. Dunque, perché trattarlo al pari di un caro estinto, fiaccando la coscienza della nazione nell'attesa di un non meglio specificato «tributo»? Non ci basta Michael Jackson buonanima? L'intemerata della Clerici, quell'annuncio al Tg1 dell'altra sera («vedrete che ci sarà») non ha smesso di riverberare effetti nefasti sulla macchina sanremese. E non solo per il codazzo di polemiche politiche che si sono riaccese (ecco Giovanardi, Gasparri e Giro, uniti sotto lo striscione «la Rai non ceda alla tentazione di riabilitare il drogato»), ma sopratutto per aver innescato il sospetto che non tutto sia sotto controllo o serenamente concordato, fra l'organizzazione e Viale Mazzini. Ma come - pensano in tanti - c'è un carrozzone da miliardi e concentriamo il battage su uno che non c'è? Questa è meta-televisione, siamo all'astrattismo puro, Sanremo come un allestimento di arte contemporanea: conta quel che manca, non ciò che si vede o si sente. Morgan ridotto a puro «concetto», la spaccatura tra bene e male, lui smaterializzato ma avvertibile, temuto come lo spettro del Banquo shakespeariano o il Convitato di Pietra di Mozart. Incombe, e allora anche ieri il direttore di Raiuno Mazza è stato costretto a precisare che l'ex leader dei Bluvertigo non sarà presente «né fisicamente né in video», mentre il quasi omonimo Mazzi invocava «misericordia per la canzone».   E Antonellona? Insiste: una qualche forma di omaggio si troverà, gli ascolti si surriscalderanno come una febbre malarica, e a milioni di telespettatori sarà chiaro che tutto il resto è insufficiente contorno o classica noia. Morgan ha già vinto per acclamazione. Trionfa l'antieroe pseudo-maledetto, il cocainomane pentito da contratto, segretamente perdonato per amor di share ma non mostrato dalla tv dell'ipocrisia. Aveva proposto una ruminatura poetico-sinfonica senza traccia melodica, ma non se ne potrà fare a meno, perché al pensiero di rinunziarvi l'Italia si gratta le braccia per la curiosità: ormai Morgan è un eczema sulla pelle viva di un Paese costernato e diviso, lo si nomina anche senza che nessuno lo potrà contemplare. Il miracolo di Sanremo. Magari inquadreranno il fondale vuoto, l'orchestra tacerà, tutti tratterranno il respiro finché un bimbo dal tinello di casa griderà «Lo vedo! Lo vedo!», e si potrà giubilare.   La biondariccia non ha lasciato capire se ci sarà un accenno del tema musicale (tuttora mai eseguito in pubblico, e anche qui c'è puzza di combine), se un attore leggerà il testo dell'opera, se entrerà in scena una marionetta dell'artista con qualcuno che ne tira i fili dall'alto (per simboleggiare la schiavitù della tossicodipendenza), o se lei stessa si avventurerà in un fervorino moralistico-didascalico sugli effetti della droga. Di certo, Clericella è preda di un attacco di panico mediatico: questo Sanremo non basta, bisogna fare di meglio. Ma come battere il Superbonolis del 2009? Siamo sicuri che sia stata una buona idea buttare dentro Paolino e Laurenti ospiti nella prima serata? Chi uscirà massacrato dal confronto? Non bastasse, Costanzo ha la trovata giusta: «Dedichiamo questo Festival a Bongiorno». Comunque ormai c'è poco altro da aggiustare, dopo la suspence delle ultime ore, i malumori del vertice Rai, la defezione di De Sica per mercoledì, e i traccianti sparati sopra il cielo cupo del festival dai brani «sociali»: Povia e la sua «Verità» su Eluana finiranno schiacciati dall'inconsistenza del pezzo; la chic-dance di Cristicchi piacerà, mentre lui glissa sull'incidente diplomatico con la Bruni («Non aveva mai letto le mie parole»). Defilati, il principe e Pupo hanno provato a porte chiuse, in un'atmosfera da congiura di Palazzo. Hai visto mai che, per risollevare l'audience, quest'anno a Sanremo ci scappa il golpe in diretta? Non a caso fuori del teatro si aggirava anche Patriziona D'Addario, una che ha cercato di rovesciare un premier pur di incidere un cd.

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