Isa Danieli: la tv oggi Il teatro per sempre
Tiberiade Matteis Non capita spesso che un'attrice sia pienamente soddisfatta dell'impianto registico in cui è impegnata, ma Isa Danieli sta sperimentando questa gratificante opportunità nella tragedia euripidea «Ecuba», diretta da Carlo Cerciello, in scena da stasera al 28 febbraio all'Eliseo. «Ho tirato fuori tutto quello che si può per recitare questo ruolo» ha dichiarato, esprimendo la sua adesione più completa all'ambientazione scenica fantastica in cui tutto avviene in condivisione con un cast straordinario. Archiviata la parentesi televisiva della fiction «Capri» che ha appena iniziato la sua terza serie senza di lei, si augura che la popolarità raggiunta giovi all'unica storica e autentica vocazione che sente di possedere: il teatro. Come si trova nei panni di Ecuba? «Li ho desiderati tanto perché è una figura che appartiene alle grandi madri con cui mi sono misurata in questi anni, per motivi di età ed esperienza. Mi affascina la sua personalità regale, colta proprio nel momento della schiavitù: i suoi aspetti maestosi restano intatti anche nell'atroce sofferenza generata dalla morte dei figli. È interessante la sua trasformazione interiore: dal dolore passa all'odio, alla vendetta e alla furia. Aiuta a interrogarsi su fino a che punto una madre possa sacrificarsi per i figli». Le è dispiaciuto non essere madre nella vita? «È una gioia che non ho avuto. Però mio fratello è morto giovane, nel 1976 e ha lasciato quattro figli di cui sono stata quasi padre, dal momento che la madre l'avevano. È stato un modo per conoscere il piacere di essere genitori. Il mio primo figlio, comunque, è stato il teatro e poi tutti i miei spettacoli li considero come mie creature». Il successo della fiction «Capri» l'ha cambiata? «È stato utile per portare spettatori a teatro perché chi non era abituato ad andarci non mi conosceva e si è convinto a venirmi a vedere nel luogo che considero più mio. Spero tanto che la curiosità di guardarmi dalla platea diventi amore per il teatro, la mia unica vera vocazione. In passato il mio rapporto con la televisione era legato alla ripresa e alla messa in onda degli spettacoli che, dalla mia collaborazione con Eduardo in poi, è avvenuta molto spesso. L'intrattenimento non mi interessava, ma mi è piaciuto partecipare a una fiction per osservare le reazioni del pubblico. In realtà mi urge soltanto che la gente si affezioni al teatro». Ha già in mente qualche futuro progetto? «Un recital di parodie, musiche e canzoni con Veronica Pivetti e la regia di Cristina Pezzoli che presenteremo al festival estivo di Porto Venere».