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Attaccano Silvio e Tony Ma recitano in un film del regista-stupratore

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dall'inviatoDina D'Isa BERLINO Due fantasmi di rango aleggiavano ieri alla 60esima Berlinale, durante la presentazione di "The Ghostwriter" (L'Uomo nell'ombra), film in concorso al Festival di Berlino. Il regista franco polacco Roman Polanski non c'era perché agli arresti domiciliari in Svizzera, in attesa di estradizione negli Usa, dopo i suoi trascorsi di violenza nei confronti di una minorenne. Ma c'era un altro fantasma in circolazione nel festival stretto dalla morsa di gelo polare. È l'ex inquilino di Downing Street, anche se "l'ex primo ministro Alan Lang di cui si parla nel thriller non è Tony Blair", ha assicurato Robert Harris, autore del best seller "The Ghostwriter" che ha ispirato la spy story, dal 9 aprile in Italia distribuita da 01. La pellicola, molto applaudita ieri alla proiezione mattutina e alla conferenza stampa affollatissima (tanto che ha lasciato molti giornalisti fuori dalla sala dell'Hyatt) ha come protagonista Ewan McGregor, scrittore che accetta un ingaggio di 250 mila dollari per terminare le memorie di un ex premier britannico (Brosnan). Su un'isola, battuta da un vento infernale e dalle atmosfere gotiche, c'è la raffinata residenza del leader e di sua moglie Ruth (Olivia Williams). L'ex 007 Pierce Brosnan interpreta il politico al centro di una bufera giudiziaria perché accusato di aver fatto torturare dei presunti terroristi. Per Harris (che ha già venduto in Italia 850 mila copie del suo best seller) "questo è un film sulla decadenza dell'impero britannico, la GB come potenza indipendente è ormai un fantasma, anzi il 51° Stato degli Usa. Il nostro primo ministro scelto dalla Cia, come se fosse un agente americano, non è fantascienza". Non è un mistero il fatto che molti abbiano letto il romanzo come una biografia di Tony Blair, ma "l'idea mi è venuta 15 anni fa, quando Blair ancora non era nemmeno ministro - ha sottolineato Harris - Poi, nel 2006, ho sentito per radio le dichiarazioni di un uomo il quale immaginava che Blair potesse scampare a un processo per crimini di guerra solo se fosse andato a vivere in Usa, Paese da cui non sarebbe stato estradato per queste accuse. Così, ho ideato una sorta di esilio dorato. Però in fase di scrittura, vedevo sempre più Blair, che avevo conosciuto da vicino, allontanarsi e perdersi in una prospettiva più universale. Anche se credo che Blair sia stato un po' un pagliaccio nelle mani degli americani". Harris alla fine si è lasciato sfuggire qualche battuta persino sulla società italiana: "Il vostro è un Paese così incredibile che la letteratura non può competere con la realtà. Devo fare attenzione a non offendere il mio editore Mondadori. Ma una persona come Berlusconi che ha tv, riviste, giornali e poi viene sempre intervistato... lo trovo meravigliosamente corrotto. Anche se quelli della Random House mi hanno spiegato che tutte queste cose vengono chiamate sinergie". Uno dei tre produttori, Robeert Benmussa, ha poi raccontato come il premio Oscar Polanski abbia seguito nei minimi dettagli tutta la post produzione agli arresti domiciliari. Mentre Brosnan ha ricordato il cineasta come "un uomo dalla vita intensa e di una grandezza inesprimibile. Quando ho saputo del suo arresto sono rimasto scioccato, ho pensato ai suoi figli". Per McGregor "l'assenza di Polanski si sente più di quanto s'immagini. Spesso, sul sete era come una madre che ti rimprovera, ti dà fastidio, soprattutto perché alla fine ha sempre ragione". Intanto Polanski è stato informato della buona accoglienza che il suo film ha avuto alla Berlinale e ha fatto sapere di "essere molto contento di questo, soprattutto perché non sono state fatte domande ostili".

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