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Rosato incontra il disincanto di Beckett

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L'originalelettura registica presenta al pubblico in chiave attuale una partita a scacchi tra attori-giocatori e pedine-personaggi per affrontare la vicenda in maniera tragicomica, concretizzando, in una scena metallica e postatomistica, un capolavoro in cui, come ha affermato lo stesso autore: «tutto ciò che c'è da dire è già detto». I protagonisti sono Hamm, un vecchio cieco costretto su una sedia a rotelle e il suo servo Clov, incapace di sedersi: un dualismo non solo fisico, ma anche e soprattutto caratteriale. Questa netta rivalità manifesta una ineluttabile simbiosi. Esistono poi altri due personaggi, Nagg e Nell, gli anziani genitori di Hamm, che vivono come larve senza le gambe, in un bidone della spazzatura. Si realizza una condizione statica e immutabile: ogni giorno è uguale a se stesso, fino a che ciascun gesto e ciascun avvenimento assume un aspetto quasi rituale. Persino la morte di Nell, che avviene nella parte finale dell'opera, risulta accolta come assolutamente normale e non provoca alcuna sorpresa. La sfida con l'esistere appare «persa fin dall'inizio» e si assiste al tentativo di introdurre il nulla come nuovo ordine dell'universo. Il «senso» non è un già dato, ma una nostra decisione radicale. La più famosa battuta del testo, che Beckett mette in bocca a Nell, suona così: «niente è più comico dell'infelicità». Lo spettacolo sarà replicato a Palestrina e poi farà tappa a Zagarolo e a S.Vito Romano.

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