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Caravaggio, mai tanti capolavori

I bari del Caravaggio

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Ventiquattro dipinti che raccontano un'umanità forte e violenta, lo squarcio della Grazia che talvolta la redime, il pensiero della morte, la voglia della vita. Un'antologia dei sentimenti siglata da uno dei massimi pittori italiani, il più divo, il più citato, il più capace di emulsionare l'immaginario collettivo. Dove c'è Caravaggio, dove qualcuno da improbabili cantine tira fuori un quadro spacciato per opera del genio della Controriforma, del valenthuomo fazioso della Roma libertina e baciapile, giornali e agenzie di stampa entrano in fibrillazione. E dove si espone una sola tavola dell'uomo andato a morire da fuggiasco sulla spiaggia di Orbetello giusto 400 anni fa, la fila dei visitatori diventa ingombrante.   Allora questo evento che si apre il 20 febbraio nel cuore della Capitale, e in faccia al primo palazzo degli italiani - le Scuderie del Quirinale, costola dell'Azienda Speciale Palaexpò - non può che essere un successo annunciato. E il paradigma di quanto frutti la collaborazione tra pubblico e privato. In in questo caso tra Mondomostre - la fucina di avvenimenti culturali inventata nel 1999 da Leonardo Mondadori - il ministero per i Beni Culturali, il Comune di Roma, la Fondazione Roma, gli sponsor (tra i quali Cariparma e Toyota). Che cosa vedremo del «maledetto» Merisi, uno che non dipinse molto, perché sempre in fuga e morto giovane? Le opere certe, la summa indiscutibile. Claudio Strinati, a lungo sovrintendente ai beni artistici di Roma, ha ideato l'esposizione tenendo fermo il punto della autenticità e della eccellenza. Sostenuto da Rossella Vodret, che a Strinati è succeduta nel ruolo istituzionale. Tutta la carriera artistica dell'artista lombardo, nato nel 1571, corre alla Scuderie su due piani espositivi. In un percorso non cronologico, ma teso a esaltare il confronto tra tematiche e soggetti simili. Così, accanto al giovanile Ragazzo con canestro di frutta si vedrà la natura morta che fa da sfondo al Bacco degli Uffizi e la Canestra di frutta, eccezionale presenza perché la tela non era finora mai uscita dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Vedremo anche dipinti appena restaurati: l'Annunciazione del Museo di Nancy (un progetto congiunto di collaborazione tra Italia e Francia), l'Adorazione dei pastori di Messina, il San Giovanni Battista della Pinacoteca Capitolina (e a quest'ultimo si affiancano le altre due versioni, della galleria Corsini di Roma e di Kansas City). E poi, la Deposizione dei Musei Vaticani o il Suonatore di Liuto dell'Ermitage. I fan del pittore della Curia e dei Cavalieri di Malta sono accontentati.  

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