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«Il Lago dei cigni» cambia e si svecchia

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Accantoal mitico Corpo di Ballo del Bolshoi, oggi a Mosca si contano anche il Balletto del Cremlino e il Balletto di Mosca «La Classique», quest'ultimo per l'appunto ora in Italia, a Roma, per esibirsi al Teatro Quirino da questa sera a domenica, ne «Il Lago dei Cigni». Sì, perché il pubblico non si stanca mai dei capolavori del repertorio e – se non è più che preparato sulle nuove strade della danza – spesso rifiuta le innovazioni, ripiegando contento sulle vie battute. E se la scorsa estate, nel Festival di Villa Adriana, il Corpo di Ballo del Teatro di S. Pietroburgo si esibì in brani di danza contemporanea con esiti stupefacenti, dinanzi a un pubblico incredulo, oggi il Balletto di Mosca «La Classique» si attiene all'accademia e, sotto la direzione di Elik Melikov, ha trascelto per il pubblico romano - dal celebre trittico cajkovskijano de «La Bella addormentata nel Bosco», dello «Schiaccianoci» e de «Il Lago dei Cigni» - il clima tenebroso di quest'ultimo, che poi fu il primo a essere musicato da Cajkovskij (1875-6). Eppure, il maître de ballet della compagnia Alexander Vorotnikov ha osato eliminare alcuni accademisti e manierismi della coreografia originale di Petipa-Ivanov, dando all'opera un soffio di modernità: e pare proprio che il principe Siegfried e la bella Odette non moriranno e l'amore la vincerà sui malefici del mago Rothbart.

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