Riflettori sul gesuita Matteo Ricci e la Cina è più vicina
Volaa Pechino Mario Resca, il manager prestato ai Beni Culturali, e con lui il Presidente della Regione Marche, Spacca, che della promozione attraverso le ricchezze museali sta facendo un punto di forza, con una rampante campagna di comunicazione. Così ieri la vernice al Capital Museum di Pechino della mostra dedicata al gesuita missionario nel quarto centenario della scomparsa (Ricci nacque a Macerata nel 1552 e morì a Pechino nel 1610) è stata l'occasione per propagandare il Bel Paese, stringere alleanze con il colosso dell'Est, calamitare sponsor e investimenti. In mostra 200 opere provenienti da musei italiani e cinesi (la rassegna, promossa dalla Regione Marche, andrà ad aprile-maggio a Shangai e a giugno-luglio a Nanchino) per documentare l'incontro tra la civiltà europea e l'Oriente. Ricci seppe conquistarsi la fiducia dei cinesi al punto di ottenere l'inedito titolo di Xitai, «il maestro dell'estremo Occidente», e di essere l'unico straniero, oltre a Marco Polo, ricordato a Pechino nel monumento agli eroi cinesi del secondo millennio. Ecco allora lo spunto per rafforzare un legame culturale che è facile spostare anche nel campo economico. Il Collegio Romano (Resca, il direttore per la valorizzazione del Patrimonio, è in visita ufficiale) ha inviato dipinti del Rinascimento - Raffaello, Lotto, Tiziano, Barocci - manoscritti, strumenti musicali, macchine leonardesche. E vuole definire partnership per l'organizzazione di mostre, prestiti di collezioni a lungo termine, scambio di expertise. L'arte è un bene da pubblicizzare. Mandarla in giro per il mondo significa anche attirare turisti verso l'Italia. Lidia Lombardi