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Esistono ancora remoti luoghi in cui gli uomini credono che la musica abbia il raro potere di creare un ponte invisibile tra il mondo umano e la dimensione divina.

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Trale montagne dell'Hindu Kush, nell'estremo nord-ovest del Pakistan, vive ancor oggi una piccola comunità di musulmani appartenenti alla fede ismaelita. Noti per la liberalità e il rispetto verso le donne - che ricoprono un indiscusso ruolo di spicco a livello sociale e culturale - gli Ismaeliti vantano nobili origini e una antichissima tradizione spirituale intimamente connessa con il Sufismo. La dottrina ismaelita - originaria della Persia e successivamente diffusasi nell'Asia centrale e nello stesso Pakistan settentrionale - è stata, sin dalla sua nascita, caratterizzata da una forte ascendenza mistica accompagnata da una attitudine distaccata rispetto al puro formalismo religioso. Centrale nella dottrina ismaelita è la nozione di "luce", intesa come caratteristica fondamentale della condizione divina e quale elemento pregnante dello stesso cammino mistico. L'esperienza della luce è infatti uno degli aspetti centrali dell'esperienza ascetica interiore, esperienza che contraddistingue il cammino dell'anima individuale verso l'unificazione con il Divino. Attingendo ad un sostrato preislamico, denso di elementi propri dell'antica dottrina zorastriana, la mistica ismaelita esprime le tappe fondamentali del cammino mistico come un susseguirsi di esperienze visionarie in cui è predominante la presenza di luci di differente colore e che esprimerebbero una differente e progressiva partecipazione con la dimensione divina stessa. Gli abitanti dei villaggi incastonati tra le alte montagne, innevate per gran parte dell'anno, periodicamente si dedicano alla pratica del sama, la liturgia collettiva incentrata nelle divine lodi di Allah e dei maestri del lignaggio spirituale ismaelita. Per questo rito una qualsiasi abitazione del villaggio è capace di trasformarsi in un temporaneo tempio. Le celebrazioni hanno un carattere pubblico e conviviale. Ad esse partecipano infatti non solo gli uomini, ma anche donne e bimbi che, ospitati nello stesso ambiente ove la celebrazione ha luogo, assistono come spettatori allo "spettacolo" mistico che si apre davanti ai loro occhi. Protagonista indiscusso della séance mistica è il gharba, un liuto tipico di questa specifica area geografica e culturale. Il gharba è per gli Ismaeliti di qui lo strumento musicale sacro per eccellenza. Nel suo tono caldo, profondo e toccante si celerebbe infatti il potere segreto di aprire il cuore degli uomini rendendoli capaci di avere un'esperienza diretta della presenza divina nella propria anima e nel proprio corpo. Il potere di creare un particolare climax capace di propiziare temporaneamente un'intima comunione tra i presenti e il Divino. Ad incrementare il mistico potere del gharba, fanno da eco i canti collettivi dal carattere celebrativo, enunciati dai presenti in antico persiano. Ad aumentare l'efficacia della musica, il corpo stesso dei fedeli. Un corpo che apprende, durante il rito, il lento movimento ritmico. Un corpo che impara a respirare secondo una tecnica connessa con l'iperventilazione. Man mano che le melodie del gharba incedono e che il ritmo stesso delle percussioni incalza, alcuni dei presenti, per questa singolare via, hanno modo di attingere a sporadiche esperienze estatiche. Il tono della loro voce muta profondamente, il timbro si fa più profondo. Nel socchiudersi dei loro occhi è possibile leggere il ritirarsi entro una dimensione interiore profonda e intima. In questa realtà appartata e notturna, musica, canto e fede sono i protagonisti indiscussi capaci di animare una potente e suggestiva séance in cui uomo e divino sembrano momentaneamente dialogare. La scintilla capace di animare e infiammare questo intimo colloquio è un inesprimibile, quanto incontenibile, amore per Allah, qui celebrato attraverso un linguaggio denso e passionale, pregno di immagini metaforiche talmente potenti da condurre il fedele ad un assoluto abbandono estatico. Tutto questo prima che il giorno riconduca ciascuno ai propri doveri e alle proprie occupazioni. Segreti e misteri di un altro, meno noto, Islam.

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