Guerri: «Disprezzava i fascisti»
.Guerri è autore di: «D'Annunzio - L'amante guerriero». «Un saggio che mi ha dato grandissime soddisfazioni - spiega - giunto alla decima edizione». Giordano Bruno Guerri, D'Annunzio fu fascista o il fascismo fu dannunziano? «D'Annunzio non fu fascista e me ne rendo conto più che mai ora che sono presidente del Vittoriale e ho accesso a carte segrete. D'Annunzio disprezzava il fascismo, chiamava i fascisti "camicie sordide". Aveva rispetto solo per Mussolini, il demiurgo, il conquistatore del potere e dell'onore. Il fascismo prese da D'Annunzio i riti: il "me ne frego", l'eja eja alalà». E dei tedeschi, che pensava? «Come tutti quelli che avevano fatto la prima Guerra Mondiale per lui erano dei nemici. Consigliò Mussolini di non allearsi con Hitler». Perché ha scritto un libro su D'Annunzio? «Su di lui c'era una vulgata sbagliata, ho scritto, e per questo si scrivono i libri, per darne una visione corretta. D'Annunzio era sepolto sotto la lapide del fascismo e c'era l'esigenza di ridargli la sua reale dimensione». Cosa rimane di D'Annunzio? «Opere che dureranno a lungo nel tempo. Certo la sua è una lingua dura, faticosa, soprattutto per i giovani, dalla ricchezza arcaica. Ma testimoniano il fuoco e il sentimento dell'Italia e della borghesia di fine Ottocento. E poi ci ha lasciato l'eredità di una casa di pietre vive, il Vittoriale, un dono straordinario e unico, che va valorizzato». Si sente dannunziano? «Lui sparava le sue cannonate, a salve ben s'intende. Io sparerò le mie, perché il Vittoriale sia riscoperto. Il 27 febbraio al suo interno apriremo due nuovi musei: uno nel Tempietto della Nave Puglia e uno all'Auditorium».