Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Carmen raddoppia

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Èfelice. È ancora eccitata. Carmen è appena scesa dal palco per l'anteprima del suo concerto. Si siede sulla poltrona di pelle nera dell'Auditorium per sorseggiare un bicchiere di vino bianco e già pensa al concerto di stasera in sala Santa Cecilia. La Consoli è partita ieri dal Teatro Studio con un doppio tour che la vedrà impegnata fino ad aprile nei club e nei teatri di mezza Italia. Carmen Consoli, perché ha deciso di mettere in scena una doppia versione del suo tour, rock e acustica? «Perché ho tante anime. Non sono di fronte a un bivio, voglio andare in tutte le direzioni. Vedremo come reagisce il pubblico e poi decideremo. E poi chi l'ha detto che se una comincia la carriera in un modo, poi non possa più cambiare?» Sembra a suo agio non solo in ambienti melodici ma anche a contatto con sonorità più ruvide. Com'è nata l'idea di fare concerti nei club strizzando l'occhio al rumorismo? «Sono cresciuta a Catania ascoltando Pixies, Fugazi, Uzeda e Sonic Youth. Queste sonorità fanno parte del mio Dna da sempre. Odio ristagnare e, da qualche tempo, sentivo la necessità di un cambiamento». Suonare il basso elettrico nei club fa parte di questo cambiamento? «Qualche anno fa è morto Leandro, il bassista che suonava con me. Da quel giorno abbiamo deciso che nessuno lo avrebbe sostituito. Sulle pedaliere c'erano ancora gli effetti che aveva lasciato lui. Allora ho iniziato a prendere lezioni di basso ed eccomi qui». Cos'altro dobbiamo aspettarci dopo la tournée? «Può succedere di tutto. Se mi proponessero di cantare in una jazz-band accetterei subito. Magari al fianco di Woody Allen al clarinetto. Sarebbe bellissimo». E se la invitassero a Sanremo nella serata dei superospiti del giovedì accetterebbe? «Subito e canterei "Vedrai vedrai" di Luigi Tenco. Per l'occasione sarei perfino disposta a salire sul palco con le paillettes. E ho detto tutto».

Dai blog