Per favore ridateci il Mago Zurlì
Ma che impressione! Ballano, cantano, recitano, raccontano barzellette in modo perfetto: ma come fanno? Hanno sette, otto, massimo dieci anni. I bambini hanno sempre fatto vendere i giornali e tanti spazi pubblicitari in televisione. Bambini belli, con i capelli tagliati alla moda, impastati di gel, abiti firmati, qualcuno anche con tatuaggi (speriamo adesivi) e piccoli piercing. Altro che i bambini in tv di una volta, quelli dello Zecchino d'Oro, che erano bravi sì, ma ogni tanto qualcuno si fermava in mezzo alla canzone e chiamava «mamma!», oppure scoppiava a piangere o era talmente stonato che toccava abbassare il volume del televisore. Alzandosi dalla poltrona e andando all'apparecchio, perché queste cose accadevano quando i telecomandi non c'erano e ancora girava il Mago Zurlì. Oggi i bambini in tv sono professionisti dello schermo, le ragazzine sono mini-vamp e non sbagliano mai un passo o una battuta. Intonano note perfette e sembrano tutti dei piccoli Michael Jackson. Il problema è che poi crescono ed essere stati tanto perfetti non è detto che sia un vantaggio. I bambini degli show di tutti i canali stridono terribilmente con gli altri bambini che si vedono in tv, quelli con il viso coperto elettronicamente, quelli per i quali i media si devono preoccupare (ed è sacrosanto) che siano non riconoscibili. Quelli della cronaca, delle disgrazie, della (purtroppo) vita vera. Per far apparire un bambino in tv serve il consenso dei genitori. Ma viene da domandarsi se i papà e le mamme, orgogliosissimi dei loro piccoli e ansiosi di vederli emergere, siano anche giudici oggettivi e imparziali.