«Nun me posso move» così si ride nel traffico di Roma

Nascecosì il dialogo surreale di «Nun me posso move», scritto, interpretato e diretto, al Teatro Sette fino al 14 febbraio, da Massimiliano Pazzaglia, figlio del noto Riccardo di «Quelli della notte». «Sono partito da un episodio a cui avevo assistito personalmente e ho sentito il bisogno di dare un'angolazione ironica alla vicenda - ha spiegato Pazzaglia - Parallelamente a quello che succede sulla strada vediamo anche quanto si verifica nell'animo dei personaggi di una commedia brillante, che veicola, in un linguaggio automobilistico d'obbligo, anche dei contenuti più seri, sebbene serviti sempre con un sorriso. Il mio auspicio è che si possa uscire dal teatro di buonumore, ma anche un po' più consapevoli nei confronti di alcuni nostri comportamenti che meriterebbero, a volte, un colpo di fischietto». E tutt'intorno, si sente Roma con le sue strade, le stesse di duemila anni fa, percorse a piedi dalle milizie romane e oggi consumate dai nuovi legionari del volante, in un periodo in cui se non hai almeno due macchine non sei nessuno. Sul palco sono impegnati, oltre all'autore, attore e regista, Amedeo D'Amico, Fabio Farronato, Armando Puccio, Lucilla Diaz con la partecipazione di Luciana Frazzetto. Lo spettacolo ha vinto il Premio del pubblico alla quinta edizione del Festival Corto e brillante di Palombara Sabina, tenutosi nell'ottobre 2008. T. D. M.