Franco Nero: «Tanto realismo sul set Ho recitato tra le fiamme, ero terrorizzato»
Nientedi tutto ciò. Ribadisco che sotto il profilo storico l'Agostino televisivo è improponibile e insostenibile, semplicemente perché in Italia è impossibile produrre una fiction storicamente accettabile ed avere un minimo di successo. Il pubblico italiano è non solo ignorante, ma sta diventando anche fiero della sua arroganza e quindi geloso dei suoi stereotipi, che divengono per lui verità incontrovertibili. E volete che a un pubblico di questo tipo si possa proporre una fiction storicamente corretta, in cui si sottolinei che l'impero romano del IV-V secolo era forse in crisi ma non in decadenza e meno ancora in caduta, che l'impero romano-cristiano era una macchina repressiva (cosa che l'impero pagano era stata molto meno), che i barbari - vandali compresi - non erano affatto dei bestioni usciti dalla steppa, che le contese tra fazioni cristiane si risolvevano spesso in autentico scontri fisici? No. Un Agostino storicamente plausibile non può andare né sul grande, né tantomeno sul piccolo schermo, in quanto sarebbe incompreso e incomprensibile, produrrebbe solo scandalo e disorientamento. E allora vanno bene stereotipi ed equivoci: il giovane Agostino convertito da una viziosità un po' patetica a un moralismo noioso, il vecchio Agostino pacifista che propone un "dialogo" in formato cattobuonista. Nessun autore di fiction può permettersi di contraddire le idées reçues del suo pubblico; l'idea di una TV che aiutasse anche a "crescere", che fosse anche pedagogica, è tramontata da tempo (ne sa qualcosa lo stesso Ettore Bernabei, patron della "Lux Vide", che si a lungo battuto in suo favore). Eppure, viva questo Agostino adulterato e distorto. Perché perfino tramite esso passa dal piccolo schermo qualcosa di quel che fu veramente: del gigante del pensiero, dell'autentico fondatore della Modernità in quanto forte e profondo assertore del lume interiore che guida ogni uomo, della fiammella di Verità che alberga in ciascuno di essi. Agostino che ci ha insegnato che il cuore dell'uomo è un mistero più immenso e insondabile di tutti i cieli e di qualunque costellazione. Grazie a Dio, il testo della fiction dà spazio alle sue sublimi parole, fa parlare il De Civitate Dei e Le confessioni. Le fictions televisive provocano di solito un fenomeno tanto raro quanto prezioso: mandano gli italiani in libreria. Di solito per comprare stupidaggini o porcate: che poi per fortuna restano intonse, perché altra caratteristica dell'italiano teledipendente, che compra libri sulla base dei "consigli per gli acquisti", è che se Dio vuole poi non li legge. Ma in questo caso, che in un certo numero di famiglie italiane entrino Le Confessioni sarà davvero una benedizione divina. E poi, magari, qualcuno si arrischierà perfino ad aprirle: perché porre limiti alla Divina Provvidenza? Basterebbe questo, per benedire RAI e Lux Vide che hanno fatto entrare un po' di Agostino d'Ippona nelle vite degli italiani. Franco Cardini