A Sanremo c'è una regina Meglio del principe trash
Intanto, ragioniamo sulla classifica finale: dovrebbe essere una partita a quattro fra Marco Mengoni, Irene Grandi, i Sonohra e Noemi. Il talento di Ronciglione sfrutterà con "Credimi ancora" (intelligentemente costruita su una performance vocale di altissima resa), l'abbrivio del trionfo a "X Factor". L'interprete fiorentina proporrà con "La cometa di Halley" una specie di vivace succedaneo techno-dance (anche questo firmato da Francesco Bianconi dei Baustelle) di "Bruci la città", che fu clamorosamente scartato da Pippone nel 2007. I due gemelli veronesi hanno confezionato con "Baby" un perfetto hit pop radiofonico di stampo internazionale, che farà impazzire le teenager. E Noemi riconfermerà la sua ascesa grazie al cantato torbido di "Per tutta la vita". Ma il brano più elegante, quello che resterà, è "Ricomincio da qui" di Malika Ayane, mentre qualche chance di buon piazzamento l'avranno il Cristicchi social-furbino di "Meno male", il trash nazional-popolare di Pupo con Emanuele Filiberto e purtroppo il Povia oltraggioso su Eluana. Già vecchio (ma sarà sostenuto dagli sms delle ragazzine), il Valerio Scanu ex enfant-prodige di "Amici", mentre delude "Malamoreno" il calypso-retrò di Arisa, impigliata pericolosamente nel suo stesso cliché. Folle, ma non avrebbe potuto essere altrimenti, l'arrangiamento de "La sera" di Morgan: un pastiche poetico-sinfonico che affaticherà l'ascoltatore sanremese, ma sarà ricompensato dalla critica. «Canzoni bellissime», le ha giudicate Antonella Clerici illustrando ufficialmente la 60ma edizione del Festival. Di certo, sembrano tutte molto caratterizzate, e qualcosa di buono si può ascoltare anche fra i giovani. Quanto agli ospiti e alle presenze a vario titolo sul palco, la bionda conduttrice ha precisato che Baudo non ci sarà («l'avremmo voluto, ma capisco che lui non abbia voglia di venire qui per una sera»), mentre l'invito a Michelle Obama era nulla più di una «boutade». Però il coté politico-diplomatico internazionale sarà ben rappresentato dalla regina Rania di Giordania, che sarà in Riviera mercoledì 17 febbraio, mentre il sabato successivo sabato Costanzo non sarà affiancato in scena da Maria De Filippi, che lo applaudirà dalla platea. Al debutto di martedì 16 ci sarà l'inossidabile coppia Bonolis-Laurenti, ma anche quel briccone di Cassano, che ha già ottenuto il via libera per la partecipazione dalla Samp, più Susan Boyle, bruttina stagionata, ma dalla voce d'angelo. Il giorno dopo sarà la volta di Raoul Bova, della popstar (vagamente in declino) Robbie Williams, della diva di "Avatar" Michelle Rodriguez e delle stangone del Moulin Rouge, tanto per celebrare i 120 anni di attività del locale parigino. Quella del giovedì è la serata che fa ancora tremare i polsi al direttore artistico Gianmarco Mazzi: otto superbig chiamati a interpretare canzoni leggendarie della storia sanremese. Per ora l'unica ad aver assicurato la propria presenza è Elisa, che proporrà un meraviglioso omaggio a Endrigo su "Canzone per te". Gli altri nicchiano, fanno i divi, tirano sul prezzo, intuiscono che l'unico per il quale l'organizzazione farebbe follie è Vasco, che nove su dieci non ci sarà. Un classico della vigilia festivaliera, insomma. Però di sicuro in quella puntata compariranno Christian De Sica, il dj re dell'estate Bob Sinclair, la banda dell'Arma dei carabinieri e i Tokio Hotel, che nell'aneddotica dell'Ariston saranno travolti dall'idolatria dei prepuberi, e prenderanno il posto dei Duran Duran di buona memoria. Per chi volesse un brivido più maturo, nella finale Lorella Cuccarini desnuda (ma coperta da una chitarra) per promuovere il musical "Il pianeta proibita". I musicofili potranno invece sperare nel colpaccio dell'ultim'ora: non certo Lady Gaga, ma il monumentale Peter Gabriel.