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Cristicchi e Povia, Sanremo choc

Simone Cristicchi

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Prepariamoci a un incidente diplomatico, e al richiamo in patria dell'ambasciatore francese a Roma. Perché a Sanremo scoppierà, in tutta la sua virulenza, il caso Cristicchi. Che in un brano di presa immediata - il classico tormentone dance-pop intelligente, un po' alla "Salirò" di Silvestri - si farà apertamente beffe della première dame dell'Eliseo. Recita infatti il testo di "Meno male" (scritto dal cantautore romano insieme a quell'altro ribaldo di Frankie Hi-Nrg): "Che bella Carla Bruni/se si parla di te problema non c'è". E poi, irriverente, "siamo fatti così, Sarkonò-Sarkosì". Materiale sufficiente per la rottura delle relazioni e mandare in crisi la struttura portante dell'Unione Europea. Non bastasse, l'astuto Simone, lontanissimo dall'elegiaca denuncia sociale di "Ti regalerò una rosa" (che gli valse la vittoria al Festival 2007), offrirà altro materiale sapido agli osservatori di costume e di politica: ecco altri versi sull'Italia paese di "pochi idraulici e tante badanti", tra "video ricatti e nonne coi seni rifatti", dove "vissero tutti felici e contenti ma disinformati sui fatti", e dove "i terremotati sono ancora in vacanza", e qualcuno canta "ambarabàciccicoccò, soldi e coca sul comò". Poi l'affondo finale, quello in grado di compromettere i rapporti privilegiati con Usa e Vaticano: "Osama è ancora latitante/l'ho visto ieri al ristorante/so che non mi crederete/se sbaglio mi corigerete". Citare Wojtyla due righe dopo il superterrorista del secolo suonerà certo azzardato alle orecchie di parte della sterminata platea mediatica di Raiuno. Naturalmente, Cristicchi non sarà il solo a sollevare polemiche in una gara dove, ancora una volta, abbondano le canzoni a tema sentimentale. Ma se "Italia amore mio" di Pupo ed Emanuele Filiberto è da considerarsi una sorta di satira involontaria del nazionalismo più spiccio, e se - al contrario - lo "Jamme ja" di Nino D'Angelo si rivelerà un vibrante, efficacissimo pamphlet anticamorra, la trovata di Povia su Eluana si rivelerà per quel che è. Come sottolinea monsignor Ersilio Tonini, la canzone «è una vera e propria profanazione», o quantomeno «una trovata di pessimo gusto». Secondo l'ex arcivescovo di Ravenna «i parenti della ragazza di Lecco dovrebbero protestare». Povia si difende in un'intervista a "Sorrisi e Canzoni": «Se Beppino Englaro mi avesse chiesto di lasciar perdere, l'avrei fatto. Mi ha detto "io non blocco gli artisti, vai pure avanti". Mi è sembrata una persona corretta, rispettosa del lavoro degli altri». La sua ballata "La verità" non cita mai nel testo il nome di Eluana. Si tratta di una lettera scritta da una ragazza morta ai propri genitori: "mamma, papà, un giorno ci riincontreremo e ci stringeremo forte", e finisce con "la vostra bambina per sempre". «Furbo io? E quelli che scrivono canzoni d'amore per andare in classifica?», nota l'ineffabile Povia, che dopo una carriera da paladino dei valori cattolici si è sbilanciato a favore della morte assistita. Sul versante degli ospiti, all'Ariston pare assicurata per la serata finale Rania di Giordania, alla quale aveva rivolto un appello Antonella Clerici a "Porta a porta". Più che probabile l'intervista con Costanzo alla bella regina. Quanto ai divi stranieri, sempre quel sabato arriveranno sul palco i ballerini che avrebbero dovuto prendere parte al tour di Michael Jackson. Martedì 16 ci sarà Susan Boyle, mercoledì 17 Robbie Williams e venerdì 19 i Tokio Hotel, con prevedibile assalto di lolite alle giovani stelle tedesche del pop-rock. Lo svecchiamento di Sanremo passa anche da lì. A proposito: il pezzo di Marco Mengoni ha tutte le carte in regola per vincere. Se avete un euro da scommettere, fateci un pensierino.

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